Kinshasa - Almeno 150 civili sono stati uccisi il 4 e 5 novembre scorsi
nella città di Kiwanja, nell’est della Repubblica democratica del Congo, dai
ribelli guidati dall’ex generale Laurent Nkunda. È quanto denuncia oggi
l’organizzazione Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto.
"Sulla base di oltre cento interviste - si legge nello studio - Human Rights
Watch ritiene che il 4 e 5 novembre sono state uccise almeno 150 persone
a Kiwanja. La maggior parte delle persone uccise a Kiwanja sono state
giustiziate in modo sommario il 5 novembre dalle forze del Congresso
nazionale per la difesa del popolo (Cndp) del leader ribelle Laurent
Nkunda".
Peggior massacro degli ultimi due anni Si tratta "del peggior massacro degli ultimi due anni nella provincia
Nord-Kivu", aggiunge l’organizzazione. La città di Kiwanja, circa 80
chilometri a nord del capoluogo provinciale di Goma, era passata sotto il
controllo dei ribelli di Nkunda il 29 ottobre scorso, ma le milizie
filo-governative Mai-Mai avevano poi ripreso il controllo della località il 4
novembre. Il giorno dopo, le forze Cndp hanno lanciato una controffensiva. "Dopo aver ristabilito il proprio controllo su Kiwanja, i ribelli hanno lanciato
un’operazione brutale contro sospetti guerriglieri Mai-Mai o loro presunti
sostenitori", afferma Hrw.
Stop ai negoziati coi ribelli Stallo nei negoziati a Nairobi tra il
governo della Repubblica democratica del Congo (Rdc) ed i ribelli guidati
da Laurent Nkunda: lo riferisce il mediatore Onu, Olusegun Obasanjo. "Il lavoro dei portavoce si è arenato su due questioni", ha riferito l’ex
presidente nigeriano: da una parte, i ribelli vogliono discutere della
situazione generale nella Rdc e non solo nel Nord Kivu, dall’altra i
portavoce della ribellione non hanno poteri per chiudere una intesa.
Obasanjo ha chiesto ad una delegazione di recarsi domani a Goma per
incontrare Nkunda e discutere con lui dei problemi sul tappeto.
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