nostro inviato a Dortmund
La notizia delle pesanti richieste del pm Palazzi nel processo romano piomba nel gruppo azzurro mentre i giocatori stanno completando lallenamento di rifinitura al campo di Bochum. Sono tredici i calciatori della truppa di Lippi direttamente coinvolti: Buffon, Camoranesi, Cannavaro, Del Piero e Zambrotta della Juventus; Gattuso, Gilardino, Inzaghi, Nesta e Pirlo del Milan, Peruzzi e Oddo della Lazio; Toni della Fiorentina. Sette di questi hanno addirittura giocato titolari ieri sera. Ma nessuno ha voglia di pensare a quanto sta accadendo nel processo dellOlimpico, in testa cè solo la partita con la Germania e la possibile conquista della finale. «Siamo tutti concentrati a 360 gradi sulla sfida di Dortmund», racconta il capodelegazione Abete poche ore prima di Italia-Germania. Il suo nuovo ruolo gli impone di non fare valutazioni di tipo politico, ma anche la situazione contingente impone di tenere la bocca chiusa sullargomento.
Dunque, silenzio e concentrazione di tutti. Il presidente del Coni Gianni Petrucci, che ha incontrato la squadra poco prima della riunione tecnica che anticipa la partenza per il Westfalen Stadion, sembra però non aver gradito due passaggi degli ultimi giorni. Prima le dichiazioni del capo dellufficio indagini Francesco Saverio Borrelli, che aveva parlato di «rischi ancora presenti per il Milan, le accuse sono marginalmente ridimensionate». Dichiarazioni giunte il giorno prima delle richieste dei Pm, quindi intempestive. E a Petrucci non sarebbe piaciuta nemmeno lultima intervista rilasciata dal commissario straordinario della Figc Guido Rossi. Nel botta e risposta, Rossi avrebbe infatti affermato la possibilità di consegnare alla Uefa la classifica che sarà determinata dalla prima sentenza, quella della Caf. Sentenza che non sarà definitiva, dovendo attendere il giudizio della Corte federale che potrebbe arrivare già intorno al 20 luglio.
«Tutto quello che sta succedendo non intaccherà la forza, lentusiasmo e la compattezza di questo gruppo», ha rassicurato il ct azzurro Marcello Lippi sin dal primo giorno di ritiro a Coverciano. E il messaggio è ben chiaro nella testa di ognuno dei calciatori: prima di tutto viene il Mondiale, poi al ritorno in Italia si penserà alle vicende dei propri club.
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