Dal cono d’ombra riappare Castagnetti, l’orologio bulgaro

Caro Granzotto, avrà letto senz’altro, essendo un cultore del personaggio, l’intemerata di giovedì 28 di Pierluigi Castagnetti su «Europa», un quotidiano talmente diffuso che il mio edicolante nella piazza centrale del paese ne riceve una copia. Dovrebbe essere, un articolo di tale portata, letto nelle scuole, diffuso a reti unificate. Senta che prosa, che brividi di potenza evocativa: «Una povera ragazza, a cavallo della maggiore età, viene così scaraventata dal sogno di un futuro luminoso nello spettacolo o nella politica come deciderà il papi, nella polvere della miseria umana che – quando c’è di mezzo la morale – livella tutti, poveri cristi e imperatori. E come lei chissà quante altre ragazze vivranno, in queste ore, il terrore di analoga sorte: è stato detto (senza smentita) che solo tra Natale e Capodanno a Villa Certosa ce ne sarebbero state 30 o 40, a fare che non si sa. Un amico ambasciatore mi diceva dell’imbarazzo dei nostri diplomatici all’estero. Ma mostrano imbarazzo pure gli esponenti dell’opposizione, preoccupati di non infierire su vicende che feriscono così fortemente la persona...». Certo: qualcuno spieghi a Castagnetti – a proposito di ferire le persone - che Franceschini ha fatto l’uscita sui figli di Berlusconi non proprio felice. Credo che in imbarazzo siano in Italia gli elettori del centrosinistra. Che vivono di antiberlusconismo da 15 anni e devono usare le veline o le Noemi o le Veroniche per la loro disperata sopravvivenza politica. Il terrore quindi è il vostro, di vecchi residuati democristiani, abituati alla gestione delle poltrone.

Ora vi frana la terra sotto i piedi e attaccate su ogni fronte il Cavaliere-Donnaiolo. E vorreste tutti – ma non lo ammetterete mai – essere come lui. La ringrazio per l’attenzione, una Sua replica sul «Giornale» mi farebbe davvero piacere.

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