«Mourinho? Sinceramente non lo conosco bene, ma se vogliamo parlare di grandi allenatori io ho avuto la fortuna di lavorare con Guus Hiddink che è il numero uno». Igor Akinfeev, portiere e capitano del Cska di Mosca non tentenna nel dar fuoco alle polveri in vista della partita di San Siro contro l'Inter e se proprio deve scegliere uno Special One preferisce incoronare il suo allenatore nella nazionale russa. Nonostante abbia appena 23 anni Akinfeev ha bruciato le tappe. Titolare a 17 anni, in nazionale a 18, a 20 già sollevava al cielo la Coppa Uefa vinta sullo Sporting Lisbona, senza dimenticare i tre scudetti e le altrettante coppe nazionali. E siccome l'appetito vien mangiando «non nascondo la mia fame di Champions. La sfida con l'Inter è difficile, non certo impossibile».
Mi permetta, i nerazzuri però hanno una squadra molto più attrezzata della vostra.
«Sotto il profilo tecnico è lampante la differenza di valori, ma non lo è altrettanto sul piano atletico. Il campionato russo è appena iniziato, fisicamente siamo a posto. Credo che non si possa dire la stessa cosa dell'Inter».
Lei sta dicendo che il Cska sarà un avversario più ostico del Chelsea?
«Guardi, io non credo molto nelle alchimie tattiche. A questi livelli siamo più o meno tutti sullo stesso piano. La mia filosofia è molto semplice: bisogna segnare un gol più degli altri e al resto ci devo pensare io».
E ci pensa davvero bene visto che è stato inserito nella lista dei 5 migliori portieri al mondo.
«C'è una predisposizione di base, il resto è merito del lavoro. Ho avuto la fortuna di essere stato scoperto da Rinat Dasaev, icona del calcio russo. Mi ha visto giocare da bambino e ha creduto in me. Mia madre Irina da buona maestra d'asilo non era molto contenta, preferiva che mi dedicassi allo studio. Dasaev però ha convinto mio padre Vladimir, che è da sempre tifoso del Cska».
Qual è l'attaccante dell'Inter che potrebbe crearle maggiori problemi?
«Francamente non mi sento preoccupato, è più importante costruire il gioco che vivere nell'apprensione di una conclusione di Eto'o o Milito. Nel calcio è la concretezza a fare la differenza. Quattro anni fa il Cska ha vinto una Coppa Uefa. Abbiamo la giusta esperienza internazionale per far bene».
Da come parla sembra che questo Cska sia indomabile.
«Assolutamente no. Siamo andati a vincere a Siviglia, il Sánchez Pizjuán sembrava una bolgia ma abbiamo affrontato la gara senza timori reverenziali. Io spero che ora non ci si senta sazi. Purtroppo è un po' il limite della mentalità russa. Dobbiamo evitare l'errore degli Europei del 2008.
Ma davvero conosce poco Mourinho o era solo una battuta?
«Ha portato la sua squadra ai quarti di finale. Ho notizia di un altro che ha fatto la medesima cosa: si chiama Leonid Sluckij ed è il nostro allenatore».