Le armi non mi piacciono neanche al cinema, figurarsi averle in casa e magari puntarle contro qualcuno. Tampoco mi piace, però, che qualcuno le punti contro di me, magari proprio a casa mia, e di certo per togliermi qualcosa che mi è caro, o - peggio - qualcuno che mi è ancora più caro.
Di rapine a mano armata, per la verità, ne ho subite solo due e - curioso - né a Harlem né nel Bronx, né nelle favele peggiori di Rio o in luoghi simili dove mi è capitato più volte di gironzolare, anche soltanto per vedere che effetto faceva. Macché, tutte e due a Milano, guarda caso nell'era dello sceriffo Formentini, entrambe di notte, la prima davanti a casa e la seconda a un distributore benziniero asmatico. Le bande di sciaguratelli che mi esibivano a riprova della propria superiorità qualcosa che somigliava a una pistola e forse lo era, volevano i pochi (pochi) o tanti soldi che avevo con me, e glieli ho subito dati di cuore (marcio d'odio). Ma la questione più interessante davvero che mi sono posta, allora e in seguito, è come avrei reagito se in tasca oltre le sigarette, l'accendino e il portafogli avessi avuto una lucida, efficiente, legalmente acquistata e perfettamente funzionante sputafuoco, come si diceva nei fumetti della mia infanzia. Ho sempre stabilito che non ne avrei fatto uso alcuno, 10 per cento per mancanza di riflessi, 20 per cento per improvviso cagotto e il resto perché chi me lo faceva fare.
Sarebbe diverso, ho ragionato ancora, se qualcuno si fosse presentato in casa mia - nel tempio sacro della mia vita - con l'effrazione, l'inganno o la violenza e, vantando una superiorità esclusivamente bellica, avesse cercato di privarmi delle cose mie più care: il computer, un minuscolo Dedrini e un Bolpero appena più grande, senza neanche capirne la differenza: diononvoglia, poi, che avesse anche amabilmente spostato un ciuffetto a mia madre, da destra a sinistra o da sinistra al centro, o si fossero azzardati a fare babau ai miei gatti paurosi e un po' vili.
Allora sì che la sputafuoco sarebbe saltata fuori dal suo nascondiglio, il cagotto si sarebbe trasformato in furia, la mancanza di riflessi in determinazione a fare più male possibile, e il «chi me lo fa fare» in «lo devo e lo voglio fare», perché due o tre bastardi stronzi non possono potermi privare di ciò che amo di più per il semplice motivo che lo vogliono.
Altro modo di difendersi - bloccati in casa da rapinatori, assassini o stupratori - non c'è. E allora di quale far west parlano gli oppositori della legge saggiamente approvata ieri dal Parlamento? L'unico far west finora possibile e tristemente usuale è che a finire in galera fosse più spesso l'aggredito (eccesso di difesa) che l'aggressore. E tuttavia è pur vero, cari concittadini, che chi ha un'arma in casa prima o poi finisce per usarla: magari contro il cane del vicino, la fidanzata sospettata di zoccoleggio, il proprio, innocentissimo alluce.
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