(...) come Gigi Del Neri sulla panchina del Doria: lavoro maniacale, schemi studiati alla perfezione, ma anche genio e fantasia messe in campo senza risparmio. Insomma, servono sì i Palombo, ma servono allo stesso modo i fuoriclasse alla Castellazzi e le sorprese alla Poli. Poi, certo, si può discutere sul fatto che Burlando sia come Mourinho, ma questa è unaltra storia.
Quindi, per uscire di metafora, dico chiaramente quello che mi hanno detto tutti coloro che, nel centrodestra, hanno visto i primi manifesti biasottiani (e spero che labbiano detto anche a Sandro, evitando silenzi pericolosissimi): che non entusiasmano, che non creano particolari passioni, che i libri sono troppo pochi e Sandro è troppo serio. E confesso candidamente e sinceramente che non lo dico per gelosia, perchè Biasotti li ha presentati «in esclusiva» al Secolo XIX. Nessuna gelosia, anche perchè, posso dirlo?, Non credo che un manifesto meriti unesclusiva.
Dico e scrivo questo, che (sui muri) il re è nudo, perchè penso sia importantissima una vittoria di Biasotti per far ripartire la Liguria e quindi credo che non occorra fare nessun errore. Nemmeno nelle minuzie.
Quindi, mi ha fatto piacere il fatto che oggi, per la prima volta, si metta al lavoro il comitato regionale del Pdl, che unirà tutte le forze per raggiungere lobiettivo. Ci sarà, ovviamente, il candidato presidente, ci sarà Claudio Scajola e ci sarà Michele Scandroglio, il tridente che punta a far gol a Burlando. E, per una volta, gioco a fare il Del Neri pure io, dando qualche consiglio (rigorosamente non richiesto) alla squadra che si sta muovendo per le regionali.
A partire dalla composizione delle liste, che è importantissima. La lezione delle Europee dovrebbe essere servita. Troppo spesso si sente parlare di una scelta dei nomi troppo condizionata dal bilancino delle appartenenze, dal settanta a trenta che è la percentuale di ex azzurri e di ex An, ma che in qualche caso rischia di essere il numero di preferenze racimolato dai prescelti. Invece, occorre che tutti i candidati - i diciotto della provincia di Genova, ma non solo - siano estremamente competitivi, che non ci siano riempitivi e che ciascuno dei quaranta candidati nelle quattro province sia potenzialmente eleggibile. Niente zavorre per favorire le zone nobili delle liste. E, in più, credo sia necessaria una grossa attenzione ai territori. Faccio un esempio, che però vale anche per le altre zone: a Savona serve qualcuno per la città, ovviamente rappresentanti delle zone costiere e del Ponente, ma anche qualcuno della Valbormida e dellentroterra. Insomma, non un metro di territorio deve essere lasciato scoperto.
Il secondo punto è quello relativo alle liste di appoggio: devono essere vere, non farlocche. Spezzettare il consenso in mille rivoli non serve a nulla, come dimostrano le provinciali di Savona dove il Pdl ha preso il 38 per cento alle Europee e sei-sette punti in meno alle amministrative contemporanee, a causa del moltiplicarsi delle liste. Ma la torta è rimasta la stessa. Insomma, le fette sono state più piccole, si sono perse anche briciole in giro, ma non è aumentato il bacino elettorale, che invece sarebbe il vero scopo delle liste più o meno civiche.
Il terzo, indispensabile, punto su cui discutere è quello delle alleanze. La Destra si è offerta e non si vedono motivi per rifiutare la proposta. LUdc è probabilmente sopravvalutata. Ma solo se va con Burlando. Unalleanza innaturale con la sinistra, infatti, porterebbe gli uomini di Casini a perdere molti consensi, navigando attorno al 2 per cento, mentre con il centrodestra può volare al 6-7 per cento e da sola probabilmente ancora più in alto. Per farla breve: lUdc dovrebbe pregare di entrare nella coalizione moderata, anzichè farsi pregare.
Lultimo punto è un mio vecchio pallino. Biasotti sta facendo il deputato molto bene, ma penso che - nel momento in cui Berlusconi chiede la presenza assoluta e totale in aula - non possa essere contemporaneamente deputato e candidato.
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