Milano

Consigli per sopravvivere al fascino felino in casa

Tra incontri, romanzi e libri, la convivenza possibile con toilette, unghie affilate e cat sitter

«Gatto: felino domestico con corpo agile e flessuoso, pelo morbido e folto, orecchie piccole e dritte, occhi fosforescenti, lunghi baffi e unghie retrattili» spiega il De Mauro. Se fosse semplice come in un dizionario non sarebbero 7 o 8mila anni che l'uomo cerca di accattivarsi l'affetto di quest'ipnotica creatura, senza aver ancora capito se ci è riuscito o no. Oggi è la Giornata nazionale dei gatti (il World Cat day è l'8 agosto), ma ormai ogni scusa è buona per tentare di indagare il loro mistero, che i Giapponesi definiscono con il termine tsundere, cioè spinoso e dolce, scostante e affettuoso. Un amore graffiante e sornione.

A quale altro animale si consentirebbe di tirar giù i maglioni dall'armadio o di artigliare un divano e cedere davanti agli occhi che si socchiudono come neanche l'aristogatta Duchessa? È anche per insegnare qualche norma di legittima difesa che torna il «Festival del gatto» a Milano, diventata una vera e propria capitale felina, dopo che negli ultimi tre anni il numero dei gatti in casa è triplicato. Gli appuntamenti, con epicentro allo «Wow Spazio Fumetto» di viale Campania 12 e da lì diffusi in tutta la città, dureranno fino al 19 marzo, tra il «Concerto in Miao» aperto dalla celeberrima «Quarantaquattro gatti» domani sera alle 20,30 (mezzanino del Passante di Porta Vittoria), una mostra dedicata agli anime giapponesi con muso di gatto e tanti incontri a tema (www.museowow.it). Ci saranno visite guidate dai «Gatti Spiazzati», con o senza dimora esperti di itinerari cittadini, tanto più se si tratta di visitare coloro dai quali hanno preso il nome: partenza dal Castello Sforzesco, nei cui fossati vive la più grande colonia felina milanese, arrivo ai Giardini Montanelli, dove c'era lo zoo con il re leone.

«Non sono gli esseri umani a occuparsi dei gatti, sono i gatti che ci concedono il favore di star loro accanto» è la frase della mamma dell'umano onorato dalla compagnia del micio Cavolo al punto da concludere che sia meglio morire che vedere estinguersi la razza felina. Siamo nel libro di Kawamura Genki, «Se i gatti scomparissero dal mondo» (Super Et), due milioni di copie vendute dal 2012, dieci traduzioni, un film. Accanto ai tanti manuali di Desmond Morris, l'etologo che regala anche consigli pratici come offrire ai gatti uno scaffale della libreria per fare i salti, ci sono i romanzi rosa con protagonisti felini in cui è specializzata la «Paco Editore», che devolve il ricavato al Fondo nazionale per la tutela di cani e gatti, e naturalmente i libri cult, tra il dolceamaro «Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare» di Luis Sepulveda e i tormenti di Haruki Murakami.

I Giapponesi hanno inventato toilette autopulenti, cucce sospese con vista skyline e Neko Cafè, dove si sorseggia il tè e si gioca con i felini, ma Milano si difende benissimo, non solo perché queste cose le ha importate. Pullulano i centri di toilettatura, anche se sembra di voler insegnà ai gatt a rampegà, visto che loro si puliscono per ore con sovrana eleganza il manto, con una lingua meglio attrezzata del più avanzato esfoliante. Rimangono le unghie da tagliare in casi estremi, anche se molti veterinari inorridiscono, non solo perché grazie alle unghie i gatti incedono a passo da sfilata ma spiccano anche il volo sapendo di poter atterrare meglio delle ginnaste dalle parallele. Che dire dei pensionati? A mali estremi estremi rimedi, ma la miglior soluzione per le assenze prolungate resta una cat sitter di fiducia: che sia un'amicizia nata su Pawshake o un'universitaria che vuole arrotondare, l'importante è che il gatto conosca chi verrà a trovarlo per dargli la pappa.

Un bene per entrambi.

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