Consiglieri aggiunti, al voto nonostante le polemiche

Clandestini con diritto di votare per i consiglieri aggiunti: l’allarme, nei giorni scorsi, è stato dato forte e chiaro dai consiglieri comunali di An Luca Gramazio e Federico Guidi. Il commissario della Federazione romana di An Gianni Alemanno è andato oltre, chiedendo di rinviare il voto per far sì che si possa svolgere in condizioni di chiarezza e legittimità. Per Alemanno serve addirittura una verifica del metodo con cui vengono eletti i rappresentanti degli stranieri in Consiglio comunale e nei municipi.
A gettare acqua sul fuoco ci pensa l’assessore alla Comunicazione e pari opportunità del Comune Mariella Gramaglia. Per lei non c’è alcun rischio che il voto venga falsato dalla presenza alle urne di immigrati clandestini. «Noi li abbiamo tutti verificati sulla base dei dati anagrafici - spiega l’assessore - ci siamo comportati come facciamo con una normale scadenza elettorale. C’è solo un piccolo elenco di un centinaio di persone che studiano e lavorano a Roma ma non sono residenti, si sono iscritte spontaneamente alle liste elettorali. Ma sono state attentamente verificate». Tutto regolare, dunque, domani si voterà come nulla fosse accaduto. Anche se la Gramaglia non chiarisce alcunché riguardo alla possibilità che gli extracomunitari in possesso di una carta di identità (valida 5 anni) possano avere nel frattempo il permesso di soggiorno scaduto, visto che non esiste l’obbligo da parte degli stranieri né delle questura di comunicare all’anagrafe comunale quali sono i permessi non più validi. L’assessore si augura invece che l’imminente voto per le elezioni dei consiglieri aggiunti sia anche l’ultimo. E dice che si impegnerà perché ciò avvenga. «È la nostra battaglia politica», spiega. «Con questo esperimento - aggiunge - abbiamo voluto dare un segnale politico al governo nazionale, che non è stato ascoltato dal governo di centrodestra e che ci auguriamo sia ora ascoltato da questo governo di centrosinistra. I temi sono maturi perché agli immigrati venga dato il diritto attivo e passivo alle elezioni amministrative». Secondo le ultime analisi del contesto economico, sottolinea la Gramaglia, gli stranieri sono la forza produttiva della città: «Non si può essere cittadini a metà».
Anche se, a quanto pare, l’arrivo di questa nuova figura in Consiglio comunale e in quello dei parlamentini non ha portato una gran ventata di novità. Per Augusto Santori, consigliere di An nel XV municipio, è stata addirittura un’«esperienza fallimentare». «Nel XV municipio - sostiene - i numeri parlano chiaro sull’efficacia dello strumento del consigliere aggiunto, non soltanto in termini di competenze, ma anche in termini di effettive presenze». Pare, infatti, che i rappresentanti degli immigrati non brillino in quanto a presenze in aula. «Dalla data di insediamento, nel maggio 2004, all’ottobre del 2006, sono stati convocati ben 282 consigli, facendo registrare ben 220 assenze. Nella sostanza, nel 78 per cento dei casi la comunità di immigrati che il centrosinistra definisce come nuova protagonista della vita cittadina proprio grazie all’introduzione dei consiglieri aggiunti, non è stata minimamente rappresentata».

«È doveroso - aggiunge Santori - rendicontare la cittadinanza, romana e straniera, dei risultati ottenuti da uno strumento che spesso e stato più oggetto di strumentalizzazione politica che non di effettivo interesse per le esigenze delle comunità straniere di Roma. Uno strumento che ha comportato e comporta dispendio di risorse per le casse comunali e crediamo, oggi, serva a soddisfare molto più delle esigenze ideologiche che dei bisogni quotidiani».

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