Il conflitto dinteresse colpisce ancora, inesorabile. Ma Berlusconi, questa volta, non centra. Centra, invece, Alassio, nota località balneare del ponente ligure dove si è scoperto allimprovviso che molti rappresentanti del popolo in consiglio comunale sono proprietari di stabilimenti balneari. Che cè di male? Niente, ma solo fino al momento di decidere cosa fare dellarenile alassino, tanto pregiato e altrettanto cautelato in quanto fonte di guadagni non indifferenti. È successo così laltra sera, al momento di votare una serie di provvedimenti che avrebbero dato il via al piano-spiagge: conta tu che conto io, sguardi imbarazzati, defezioni che non taspetti. Persino il più ingenuo degli spettatori (pochi) che seguono con interesse i lavori degli eletti ha capito: sei consiglieri hanno le mani in sabbia, nel senso di gestire in proprio o per interposta persona, legata da vincoli di parentela, uno o più stabilimenti del litorale. Non è carino - hanno pensato gli interessati - discutere e votare su quella che è la nostra fonte principale di sostentamento, visto che lappannaggio-gettone di presenza mensile in consiglio non compensa neppure un giorno di guadagno da titolare di spiaggia, autentica miniera doro per chi ne possiede anche un solo filone sabbioso. E allora, i consiglieri-proprietari di bagni hanno pensato bene di defilarsi signorilmente.
Col risultato, però, di silurare il provvedimento, affondato dalla mancanza del numero legale in aula: al seguito, infatti, dei sei esponenti della maggioranza, anche la minoranza ha deciso di boicottare il voto, uscendo dalla sala e lasciando solo nove consiglieri a remare come naufraghi. Così il piano-bagni è andato a bagno. Ma anche il recupero si presenta problematico: pare che ci siano tanti, troppi sub fra i consiglieri...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.