Il consiglio di amministrazione dell’istituto non è riuscito a trovare per lui una via d’uscita onorevole. Bush: «Accetto con riluttanza, presto un successore» Wolfowitz sconfitto, costretto alle dimissioni Il presidente della Banca Mondiale lascerà

Comunicato del board dei direttori: «Incomprensioni da entrambe le parti»

Il consiglio di amministrazione dell’istituto non è riuscito a trovare per lui una via d’uscita onorevole. Bush: «Accetto con riluttanza, presto un successore» Wolfowitz sconfitto, costretto alle dimissioni Il presidente della Banca Mondiale lascerà

da Washington

Il presidente della Banca mondiale, Paul Wolfowitz, ha deciso, «nell’interesse» dell’istituto, di rassegnare le proprie dimissioni, con effetto 30 giugno, alla chiusura dell’anno fiscale. Le trattative per la designazione del suo successore, ha informato una nota dell’istituto diffusa al termine della riunione del board, inizieranno «subito».
È successo tutto in poche ore, ieri, dopo lo stallo nei negoziati fra i legali di Wolfowitz e il board della Banca mondiale sulla «strategia di uscita» che avrebbe dovuto permettere al presidente sotto inchiesta di lasciare l’istituzione «salvando la faccia».
L’ex sottosegretario alla Difesa è accusato di aver favorito, con promozioni e aumenti di stipendio, la sua compagna Shaha Riza, alto dirigente della World Bank. Il board dei direttori della banca, riunito da due giorni alla ricerca di una soluzione di compromesso, ieri ha informato che sulla questione «ci sono state incomprensioni su entrambi i lati». L’annuncio lo ha dato lo stesso Wolfowitz, mettendo la parola fine a una vicenda che ha visto l’ex vice segretario statunitense alla Difesa e uno dei principali artefici della guerra in Irak accusato di favoritismo per avere sollecitato nel 2005, anno della sua nomina alla presidenza della Banca mondiale, il trasferimento della compagna dall’istituto al Dipartimento di Stato, con uno stipendio da 200mila dollari l’anno.
Nei giorni scorsi il consiglio di amministrazione della Banca non era riuscito a trovare una via d’uscita onorevole per Wolfowitz, stante il suo rifiuto di presentare le dimissioni, forte anche dell’appoggio della Casa Bianca. Ma alla fine Wolfowitz ha ceduto alle pressioni che lo circondano da giorni. Del resto, lo stesso presidente George Bush, rispondendo ai giornalisti durante l’incontro di addio con il premier britannico dimissionario Tony Blair, dopo aver confermato la sua «grande stima» nei confronti di Wolfowitz, aveva aggiunto: «Credo che tutti abbiano agito in buona fede, e mi dispiace che le cose siano giunte a questo punto... tutto quello che posso dire è che a Paul interessa ciò che è meglio per la banca». Una dichiarazione che a qualcuno era parsa un «tirarsi fuori» dalla vicenda.


Ieri, alla notizia delle dimissioni, una nota della Casa Bianca ha commentato così: «Avremmo preferito che fosse rimasto, ma il presidente ha accettato con riluttanza la sua decisione. Presto il presidente annuncerà un candidato, in modo da consentire una transizione ordinata che permetta alla Banca mondiale di riportare l’attenzione sulla sua missione».

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