Gianandrea Zagato
Non sarà facile per Filippo Penati dribblare le segnalazioni che gli arrivano per il nuovo consiglio damministrazione di Asam. I posti nella holding creata da Palazzo Isimbardi non saranno più cinque come preannunciato ma, dicono, sette o forse nove (uno di questi già assegnato dufficio dai Ds a Maria Chiara Bisogni). Motivo? Bisogna accontentare i partiti dellUnione e, poi, cè di mezzo la corsa del centrosinistra per la conquista del Comune ovvero non è proprio il caso di rispondere picche a chi segnala nomi e cognomi per una poltroncina di valore. Ma le grane per Penati non finiscono qui: ci sono pure da esaudire le richieste del nuovo vertice, quella di una sede di rappresentanza nel centro di Milano e anche quella di emolumenti da cento-centoventimila euro annui per una presenza davvero limitata. Ma questa è la partita da giocare e il presidente della Provincia è costretto ad andare fino in fondo. Anche sapendo che Verdi e Rifondazione sono pronti a dare battaglia sulle infrastrutture: netto «no», nero su bianco, per BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale est esterna.
«Freno che rischia di declassare il territorio e che Penati non è in grado assolutamente di impedire» dice Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia. «No» che suggerisce a Paola Frassinetti, capogruppo di An, di «organizzare gazebo pro-infrastrutture, appuntamenti sul territorio per raccogliere firme a favore ma soprattutto spiegare il valore aggiunto di una rete più capillare».
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