Roma - Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Rti, società del gruppo Mediaset, nella vertenza sulle frequenze con Europa 7. La suprema corte amministrativa ha stabilito che spetta ora al governo decidere sull’istanza avanzata dall’emittente di Francesco Di Stefano applicando la sentenza della Corte di giustizia europea. Il Consiglio di Stato ha ritenuto "la persistenza del dovere del ministero di rideterminarsi motivatamente sull’istanza di Europa 7 tesa alla attribuzione delle frequenze di cui al decreto ministeriale 28 luglio 1999 anche in applicazione della sentenza della Corte di giustizia del 31 gennaio 2008".
La sentenza Con la sentenza il Consiglio ha respinto l’appello di Rti contro il Centro Europa 7 per l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio del 16 settembre 2004. Il tribunale ha rigettato in parte anche il ricorso in appello proposto da Europa 7 per l’annullamento di un’altra parte della sentenza del Tar Lazio (ricorso con il quale si chiedeva un risarcimento all’amministrazione pubblica), dichiarando l’inammissibilità dell’istanza. Europa 7 ha ottenuto nel 1999 una concessione analogica, ma non ha mai potuto trasmettere su scala nazionale perché le frequenze necessarie sono occupate da Rete 4, il terzo canale del gruppo Mediaset. Il 31 gennaio la Corte di giustizia europea, su ricorso del Consiglio di Stato, ha riconosciuto che il sistema di assegnazione delle frequenze in Italia non rispetta il diritto comunitario.
Romani Il governo non commenta la sentenza del Consiglio di Stato e preferisce aspettare martedì, quando saranno note le motivazioni, per capire come procedere. Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Paolo Romani.
"Mi sembra tutto molto complesso se non si conosce la sentenza. Martedì avremo le motivazioni e a quel punto capiremo cosa è stato detto. Mi sembra molto difficile francamente capire cosa ha stabilito il Consiglio di Stato sulla base di un comunicato stampa", ha detto Romani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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