Consob a rischio paralisi per i bond bancari

Da oggi obbligo di prospetto per gli istituti. Ma l’autorità rischia di essere sepolta da 10mila richieste. L’Abi chiede una proroga

Mario Attanasio

da Milano

Rischio paralisi per la Consob. L’obbligo di prospetto informativo per le obbligazioni bancarie, previsto dalla legge sul risparmio che entra in vigore oggi, potrebbe «ingolfare» l’attività della commissione presieduta da Lamberto Cardia. E getta nel panico gli istituti di credito. Il tutto per ragioni di carattere organizzativo e per la mancanza del tempo necessario all’adeguamento di strutture e procedure interne. L’allarme è contenuto in un dossier che circola al ministero dell’Economia e che sta per piombare proprio sul tavolo di Cardia.
In base alle nuove norme da oggi gli istituti che vorranno piazzare sul mercato proprie obbligazioni dovranno prima comunicarlo alla Consob e poi saranno tenuti a mettere a punto il cosiddetto prospetto informativo, documento su cui sarà necessario il disco verde della Consob stessa.
Qualche numero, contenuto nel dossier, può aiutare a capire l’ampiezza della questione: nel 2005 le emissioni di obbligazioni bancarie sono state quasi 10mila e, nello stesso anno, la Consob ha autorizzato meno di 100 prospetti relativi ad azioni e obbligazioni. Gli uffici della Commissione, insomma, potrebbero improvvisamente trovarsi di fronte a una mole di lavoro ingestibile, passando «dall’approvazione di 2 prospetti a settimana a circa 20 al giorno». Un vero e proprio incremento «esponenziale di attività», si legge nel dossier, che manderebbe in tilt gli uffici di Cardia. E le preoccupazioni non mancano nemmeno tra i funzionari dell’Autorità di controllo dei mercati. Le nuove norme non prevedono un regime transitorio e con il disegno di legge sul risparmio la Consob ha, per così dire, acquisito 19 nuovi campi di attività. In teoria altrettanti nuovi regolamenti da scrivere dopo un’adeguata consultazione del mercato. Ma il cambiamento di rotta deciso con la legge sul risparmio crea un bel po’ di grane anche alle banche, fino a oggi chiamate a realizzare un documento molto più snello, il foglio informativo, in caso di emissione di prestiti obbligazionari.
Grazie a quel «foglio» gli istituti avevano una sorta di canale d’accesso privilegiato al mercato del reddito fisso rispetto ai bond societari. E si tratta di un mercato vitale per il sistema creditizio (che nei giorni scorsi ha parlato di «rischi per il business»): le obbligazioni bancarie coprono, infatti, quasi il 40% della raccolta e i probabili rallentamenti causati dalle nuove regole potrebbero essere dolorosi, visto che le emissioni di obbligazioni bancarie, lo scorso anno, valevano 91 miliardi di euro.
Anche per le banche, peraltro, «fatta eccezione per i maggiori gruppi», l’impatto della legge si traduce in una mini-rivoluzione organizzativa, poiché «non c’è esperienza» e «dimestichezza» tra i funzionari bancari con i dettagliati prospetti. I tempi di preparazione, quindi, potrebbero anche in questo caso allungarsi troppo e non rispondere più alla necessaria «rapidità e snellezza dei mercati finanziari». Ancora di più se si tiene conto che già oggi la Consob per l’approvazione del prospetto e il via libera all’offerta impiega mediamente 40 giorni in caso di società non quotate e 60 nel caso di società quotate.


Tra le ipotesi che circolano, per evitare l’impasse, quella più probabile è una proroga di qualche mese (chiesta ieri, di 60 giorni, dall’Abi, l’associazione delle banche italiane) per l’entrata in vigore delle nuove regole, che il Governo potrebbe decidere nel Consiglio dei ministri di domani. L’alternativa è un regolamento Consob con cui Cardia potrebbe varare un prospetto ad hoc per i bond bancari, un po’ più semplice di quello standard.

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