Consorte si presenta in aula E la sinistra si nasconde

MilanoIl processo Unipol-Bnl è un processone con ventisette imputati - tra persone in carne ed ossa e società - che parte sapendo già di non poter mai arrivare a conclusione perché verrà cancellato dalla prescrizione entro il 2012. Ieri, per dare un’idea, solo per fare l’appello al presidente Giovanna Ichino è servita quasi un’ora. Folla di avvocati, ma un solo imputato presente. L’unico che quando il giudice lo chiama si alza dicendo «sono qui» è Giovanni Consorte, l’ex presidente di Unipol, il «Cuccia della sinistra», travolto da questa inchiesta mentre dava la scalata alla Banca nazionale del lavoro.
Ora vuole usare la ribalta del processo per raccontare la sua verità: a stoppare l’acquisizione di Bnl non fu il codice penale, ma il mondo della politica. Ed è il mondo della politica - soprattutto della «sua» politica, quegli uomini Ds che lo hanno prima coccolato e poi scaricato - che Consorte si prepara a trascinare sul banco dei testimoni: a partire da Massimo D’Alema e Piero Fassino, che lo avrebbero bruscamente abbandonato ai primi accenni di burrasca.
«Fu una operazione regolare, perfettamente lecita, interrotta da problemi di equilibri della politica», spiega Consorte ai cronisti. Non entra nei dettagli, non spiega quali convenienze avrebbero soffocato in culla il suo progetto di un grande polo bancario e assicurativo legato al mondo della sinistra. Ma è evidente che pensa ai giorni convulsi del luglio 2005, quando gli spagnoli del Banco de Bilbao si misero di mezzo, innescando, con una serie di esposti alla Consob, la valanga che avrebbe investito il progetto. Consorte ha sempre pensato che dietro gli spagnoli ci fossero interessi e pressioni italiani, come sa che a far naufragare il processo ci furono anche gli scontri interni al mondo della finanza «rossa», con il Monte dei Paschi di Siena che remava in direzione opposta a quella dei vertici di Unipol e degli stessi Ds.
Riuscirà il processo a fare chiarezza su quella convulsa stagione prima di venire inghiottito dall’alzheimer della prescrizione? Consorte ci sta provando.

Ma il fatto che ieri sia stato l’unico imputato a presentarsi in aula è quasi simbolico, un’avvisaglia del tentativo degli altri imputati di uscire dalla scena in un modo o nell’altro. «Io ho l’esigenza di celebrare questo processo in tempi ragionevoli», fa presente il giudice Ichino. Ma se questi sono gli esordi non c’è granché da sperare.

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