La Corte Costituzionale ha bocciato il «farmaco unico» di Montaldo: la legge della Regione Liguria del 2006 che limitava a un solo tipo di medicinali «inibitori di pompa protonica» (per le patologie dello stomaco) la spesa addebitabile a carico del servizio sanitario regionale. I giudici, che hanno esaminato i ricorsi di alcune case farmaceutiche, hanno dichiarato lillegittimità costituzionale dellarticolo 13 della legge. La vicenda era nata dai ricorsi al Tar di alcune società farmaceutiche contro provvedimenti amministrativi della Regione Liguria che per contenere la spesa aveva puntato sul rimborso del solo farmaco generico per gli inibitori di pompa protonica, sostendendo la sostanziale equivalenza tra i vari prodotti. La Regione aveva successivamente inserito la norma in una legge. La Corte sostiene che sostituire con un atto legislativo quanto può essere realizzato dalla Regione mediante un apposito provvedimento amministrativo rappresenta «una violazione di quanto espressamente determinato dal legislatore statale nellambito di una materia di sua esclusiva competenza ed è quindi contrario al dettato costituzionale». Ma Montaldo non ha intenzione di arrendersi: «La Regione Liguria riproporrà al più presto con un atto amministrativo la norma», ha annunciato, spiegando che la scelta legislativa bocciata dalla Corte Costituzionale, ha comunque consentito un risparmio di 13 milioni in un anno per questo genere di farmaci «senza problemi per i pazienti». Montaldo ha aggiunto che un secondo farmaco generico sarà presto disponibile mentre un terzo medicinale di marca sarà entro breve venduto a prezzi ridotti.
La casa farmaceutica AstraZeneca di Milano, una delle ricorrenti contro la Regione ha espresso soddisfazione per la sentenza della Consulta e ha confermato la propria disponibilità a valutare con la Regione Liguria «soluzioni che possano conciliare le esigenze di contenimento della spesa sanitaria con i diritti dei pazienti e delle aziende farmaceutiche».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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