Il contadino diplomato alle serali che sganciò la bomba atomica

Harry Truman era esattamente l'opposto di Franklin Delano Roosevelt: ne fu il vice presidente e anche il successore, ma venivano da due mondi diametralmente opposti. Roosevelt apparteneva alla high society della costa est, fatta di belle case, bella vita, molti soldi; Truman era il figlio di contadini del Missouri, soldato nella prima guerra mondiale, diplomatosi alle scuole serali, passato da un fallimento imprenditoriale. Personalmente non avevano nulla in comune eppure nell'ultima tornata elettorale in cui fu eletto Roosevelt (nel 1944), il presidente uscente chiamò questo oscuro giudice di una contea del Midwest, diventato un altrettanto oscuro senatore, a fargli da vice. La nomina di Truman fu una sorpresa anche per lui. Non immaginava di poter essere vicepresidente (tantomeno di diventare presidente di lì a poco). Aveva studiato fino a 17 anni, quando tentò l'ingresso in un'accademia militare dalla quale fu espluso perché aveva un difetto alla vista che non gli consentì di passare le prove fisiche. Studiò ad Indipendence, una località nei pressi della quale si era trasferita la sua famiglia, fino ai diciassette anni. Allo scoppio della prima guerra mondiale partì volontario, col grado di tenente. Partecipò alle operazioni di Saint Mihiel e combatté sul fronte delle Argonne diventando capitano. Al termine del conflitto fu congedato e, tornato a casa, sposò un'amica d'infanzia, Bess Wallace, dalla quale ebbe una figlia, Margaret. Aveva due scelte: continuare a lavorare nell'impresa agricola di famiglia o cambiare vita. Non volendo riprendere l'attività di contadino, si unì in società con un commilitone e aprì un negozio di abbigliamento maschile a Kansas City: la prima crisi economica degli anni Venti (quella del 1921) lo lasciò in panne. Il negozio non funzionò e fu costretto a chiudere l'attività.
Un altro amico che aveva combattuto con lui lo presentò a Tom Pendergast, un potente politico locale, che gli trovò un posto come ispettore delle autostrade nella Contea di Jackson e in seguito lo fece concorrere come candidato per un posto di magistrato. Era intelligente, Truman. Non aveva studiato molto, non quanto servisse per svolgere al meglio la funzione di magistrato, eppure vinse il concorso. Non sapendo molto di giurisprudenza, però, frequentò una scuola serale a Kansas City. Tanto per capire: in quegli stessi anni, o poco prima, Roosevelt si laureava in due tra le più prestigiose università d'America e del mondo, Harvard e Columbia. Ciononostante le loro vite e le loro carriere si sarebbero incrociate: il lavoro di giudice portò notorietà locale a Truman, il quale aveva una reputazione di uomo fermo, giusto e onesto, uno di quei magistrati dai quali chiunque avrebbe voluto farsi giudicare. Questo gli consentì di correre con successo per un seggio senatoriale per il Missouri: fu eletto nel 1934 e poi rieletto nel 1940. Nel 1944 ai democratici serviva un volto nuovo e praticamente sconosciuto da legare alla campagna presidenziale di Roosevelt. Fu scelto lui che di lì a poco, senza saperlo e senza neanche poterlo immaginare, si ritrovò alla guida dell'America a guerra ancora in corso. Era il 12 aprile del 1945 quando Fdr morì e i poteri passarono immediatamente al suo vice. Non era pronto, Truman. Aveva 60 anni, ma non si sentiva strutturato per sopportare il peso di un momento così difficile per l'America. La prova è nelle sue parole scritte qualche tempo dopo e diventate celebri: «Mi sentii come se il cielo mi fosse caduto addosso». Il fronte Orientale (per gli Usa, cioè quello europeo) era chiuso praticamente; non così quello Occidentale e il neopresidente si trovò a dover prendere subito una decisione che avrebbe cambiato il corso del conflitto, ma anche del suo mandato: sganciare o no la bomba atomica.
Salì al potere in un momento critico, nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale: la Germania era ormai quasi vinta ma rimaneva ancora aperto il conflitto nel Pacifico. È vero che il Giappone si stava avviando verso la sconfitta, ma si riteneva che non avrebbe mai chiesto la resa e la guerra avrebbe rischiato di prolungarsi, con gravi danni per i soldati statunitensi. E Truman si trovò così ad affrontare subito il grave problema se utilizzare la bomba atomica o no. In quel momento il presidente non sapeva neanche che gli esperimenti sulla «bomba H» fatti in New Mexico erano stati effettuati: l'unico a esserne a conoscenza era Roosevelt. Truman fu informato non appena nominato presidente e da lì a pochi mesi prese la decisione. Diede l'ordine di sganciare l'ordigno di Hiroshima e lo annunciò così all'America: «Il mondo sappia che la prima bomba atomica è stata sganciata sulla base militare di Hiroshima. Abbiamo vinto la gara per la scoperta dell'atomica contro i tedeschi. L'abbiamo usata per abbreviare l'agonia della guerra, per risparmiare la vita di migliaia e migliaia di giovani americani, e continueremo a usarla sino alla completa distruzione del potenziale bellico giapponese». Era il 6 agosto 1945, tre giorni dopo fu sganciata quella su Nagasaki. La guerra finì, Truman vinse e scoprì presto che l'alleanza bellica con l'Unione Sovietica sarebbe stata sostituita dalla Guerra Fredda. Fu il primo presidente che divise il mondo in due: qui l'Occidente, lì il comunismo.

Sotto di lui gli Usa si fecero paladini della libertà al cospetto della dittatura comunista sovietica: sotto di lui il ponte aereo di Berlino, sotto di lui la nascita della Nato, sotto di lui il piano Marshall che di fatto creò l'anticomunismo in Europa. Sotto di lui il riconoscimento (nel 1948) dello stato di Israele. Sotto di lui, in sostanza, nacque l'occidentalismo e l'Occidente contemporaneo. Sotto di lui, sotto un presidente per caso.

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