Una maglia in Francia laveva trovata, tre anni fa, quella dellAg2r. Ora Rinaldo Nocentini, aretino di Alberoro, comune di Monte San Savino, ha trovato anche la maglia gialla. «Ero partito con lintenzione di vivere una giornata di gloria, ma quando il nostro vantaggio ha raggiunto proporzioni impensabili, ho cominciato a sperare nel grande colpo. Il mio compagno Kern si è sacrificato per me. Questa maglia la devo anche a lui». È felice, e anche un po frastornato Rinaldo Nocentini. Da predestinato nelle categorie giovanili, con il vizio della vittoria, a grande faticatore del pedale e onesto uomo squadra, ma alloccorrenza ha saputo anche portare a casa qualche buona vittoria (dodici, con Giro di Toscana, Placci, Appennino, Veneto e una tappa al Mediterraneo, quella del Mont Faron, oltre allazzurro di Salisburgo, con Bettini mondiale, ndr).
«La maglia gialla è il premio più bello che possa capitare a un corridore. E non ci posso ancora credere. Ai piedi dellultima salita, quando avevamo ancora 7 di vantaggio, mi sono detto che sarebbe stato possibile. Più tardi, quando mi hanno detto che Contador aveva scatenato la bagarre, ho tremato. Questo è il mio primo Tour: da tre anni sono in una squadra francese, nei primi due venivo dirottato al Giro e alla Vuelta, stavolta ho chiesto di poter correre qui».
Fanno festa un po tutti al Tour de France: i francesi, che vincono la tappa di Andorra con il giovanissimo Brice Feillu, al suo primo anno di professionismo. Fanno festa gli spagnoli, per Alberto Contador, che è il primo dei grandi e ora è a soli 6 dalla maglia gialla. Fanno festa gli americani, perché ne hanno lì ben piazzati tre, ad incominciare da sua maestà Lance Armstrong, terzo a soli 8. Ma soprattutto fanno festa dopo nove anni gli italiani, con Rinaldo Nocentini. «È una maglia che vale una carriera dice con gli occhi lucidi di emozione -. Per un corridore come me, che non sono un campione, vuole dire tanto. È un giorno da dedicare a mia mamma che non cè più e a mia sorella, che un anno fa, proprio durante il Giro, è venuta a mancare a soli 43 anni».
Pronti-via e dopo 4 km tre uomini si staccano dal gruppo. Al km 30, sulla salita che porta a Montserrat, si aggiungono altri sei corridori, tra cui il nostro Nocentini e il francese Feillu che vincerà la tappa. Proprio Nocentini è il meglio piazzato in classifica generale: 32° a 3'13" dalla maglia gialla di Fabian Cancellara. I fuggitivi arrivano ad avere al km 75 1430 di vantaggio. Poi, gli Astana di Contador e Armstrong, alle loro spalle, cominciano a menare la danza. A dieci km dal termine, quando comincia la lunga salita verso i 2.240 di Arcalis (pendenza media 7,1%), il gruppo ha un ritardo di 6'33". Feillu va a vincere, mentre alle sue spalle prima attacca Cadel Evans (lunico che non si dà mai per vinto), poi è Alberto Contador a 2 km dal traguardo a piazzare la stoccata decisiva. Lo spagnolo scatta deciso e va a rubare 20" al compagno di squadra Lance Armstrong (grande, grandissimo in fase di copertura) e agli altri uomini di testa, ma la sua sfuriata finale non basta a recuperare il ritardo da Nocentini, che per soli 6" indossa la maglia gialla. In classifica generale, Lance Armstrong ora è terzo a 8".
Un italiano in maglia gialla non si vedeva dal Tour del 2000, quello di Pantani che vinse sul Mont Ventoux e a Couchevel. In quelloccasione fu Alberto Elli a portare a spasso per quattro giorni la maglia di leader. Sogna Rinaldo Nocentini, che adesso ha la concreta possibilità di vestire le insegne del primato almeno fino a venerdì prossimo. Oggi la tappa che arriva a Saint-Girons non è facilissima, ma nemmeno impossibile. Così come quella di domani, con il Tourmalet posto a 90 chilometri dal traguardo.
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