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«Contano solo i tituli? Mou sbaglia»

Evidentemente, per Natale, a Gian Piero Gasperini hanno regalato un calendario. Il tecnico del Genoa, infatti, spara raffiche di «giochiamo di mercoledì, poi il sabato», «ci tocca il posticipo e poi siamo di nuovo in campo il martedì» e via di questo passo, per raccontare il gennaio terribile che aspetta i rossoblù.
Si parte mercoledì col Milan a San Siro...
«...che è solo la prima di sette partite in un mese, anzi in venticinque giorni per essere precisi. E, sempre per essere precisi, se passiamo il turno in Coppa Italia, diventano otto in venticinque giorni, alcune a quarantotto ore di distanza una dall’altra. Fossi stato Mourinho, avrei fatto un casino per questo calendario...».
Lei ci scherza, ma la Procura Federale ha addirittura aperto un’inchiesta sul rinvio di Genoa-Bari, dopo le interviste e le denunce dell’assessore allo sport di Genova che ha detto di sospettare che qualcuno abbia ributtato la neve in campo. In realtà la partita è stata sospesa per i pericoli sugli spalti e attorno allo stadio e il campo c’entrava come i cavoli a merenda. Ma voi come vi siete trovati in mezzo a questa battaglia di palle, magari non solo di neve?
«Evidentemente, in mancanza delle partite, occorre trovare qualcosa di cui parlare. Io, anche solo per evitare questo calendario, avrei preferito giocare. E poi devono spiegarmi una cosa: ma perché sono saltate quattro partite e si parla solo di quella del Genoa? Fra l’altro, la nostra non si è giocata per tutelare la sicurezza degli spettatori, altrove si dice che non si sia giocato anche per motivi meno nobili, tipo gli aerei già prenotati per le vacanze».
Veniamo al Milan. Mercoledì troverà Leonardo, con cui lei aveva polemizzato a inizio campionato dicendo che lui e Ferrara erano sbarcati direttamente in serie A. Un po’ come al Monopoli quando gli imprevisti ti spediscono direttamente al via. Rinnega quella polemica?
«La rinnego, nel senso che non l’ho proprio fatta. È stata una pura invenzione di alcuni giornalisti. E, anzi, se devo dirla tutta penso che il Milan e forse il Bari sono le due squadre che hanno fatto vedere qualcosa di nuovo a livello tattico quest’anno: quei tre-quattro giocatori che stanno lì alti, puntando molto sulla fase offensiva e rinunciando a qualcosa di dietro. È un modo di giocare che può essere più o meno condivisibile, ma è una novità. Così come far giocare insieme Pato, Ronaldinho, Borriello...».
Borriello, sua vecchia conoscenza.
«Siamo felici che sia tornato. Borriello è un gran giocatore e può conquistare i Mondiali. Però sa benissimo che mercoledì contro il Genoa non può segnare, se non altro per riconoscenza».
Intanto, Babbo Preziosi le ha portato Suazo. Ma molti opinionisti televisivi, genovesi e non solo, sostengono che non è adatto al suo gioco, che prevede una prima punta che faccia reparto da sola. Cambia Suazo o cambia il suo gioco?
«Forse è meglio se cambiano gli opinionisti».
Discorsi da bar?
«Al bar sono più competenti. È la stessa gente che diceva che Borriello non poteva reggere e che Milito è una seconda punta. Io conosco solo giocatori buoni e giocatori meno buoni. E Suazo è un giocatore buono».
Lei, oltre a far vedere quello che forse è il calcio più bello d’Italia, è abituato a fare ogni anno meglio del precedente: era a Crotone, poi portò il Genoa in A, poi finì a ridosso dell’Uefa e lo scorso anno non è andato in Champions solo per gli scontri diretti con la Fiorentina. Dove vuole arrivare stavolta?
«Fare sempre meglio è proprio il mio intento, anche se quest’anno, obiettivamente, le condizioni sono più difficili, soprattutto per qualche infortunio di troppo. Ma ho assoluta fiducia che verrà qualcosa di buono anche stavolta. La Champions non è il nostro obiettivo, fare meglio dell’altr’anno è difficile, però... L’esperienza in Europa è stata intensa e mi piacerebbe riproporla».
Però fare meglio potrebbe voler dire anche andare ad allenare una grande. Si è parlato del Milan, della Juve, poi lei è sempre al Genoa...
«Io non penso al futuro, guardo al presente e oggi sono gratificato dove sto. Certo, devo avere la giusta considerazione. Ma non penso come Mourinho che contino solo i titoli. Credo ci siano campionati di B o di A con squadre che hanno obiettivi inferiori allo scudetto che valgano anche più dei titoli».
Sembra un identikit della sua storia al Genoa. Eppure con Preziosi non sempre sono rose e fiori. O sì?
«Fra noi c’è stima e grande affetto, poi lui è il presidente e io l’allenatore.

Preziosi sa che bisogna sempre trovare nuovi stimoli, visto che a me non interessa tornare indietro».
Quest’estate lei non è sembrato entusiasta del mercato. Mancavano quegli stimoli?
«È evidente che quest’estate non c’erano. Ora va bene. Ma a me piacciono le situazioni dinamiche, mai quelle statiche».

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