Non solo omicidio volontario. Romolus Mailat, il romeno accusato del delitto di Giovanna Reggiani, la donna aggredita a Tor di Quinto la sera del 30 ottobre scorso e morta in ospedale dopo due giorni di coma, dovrà rispondere anche di violenza sessuale. Il gip Claudio Mattioli, infatti, ha disposto limputazione coatta per questo reato, respingendo la richiesta di archiviazione del pm Bice Barborini. Per il giudice, infatti, non vuol dire nulla che la consulenza medico-legale abbia escluso abrasioni e lacerazioni nelle parti intime. Quando è stata trovata, la vittima aveva i pantaloni abbassati, era senza biancheria intima e aveva il maglione alzato allaltezza del seno. Quanto basta, secondo le nuove norme, per configurare laccusa di violenza sessuale, che ora si aggiungerà a quella di omicidio volontario e rapina, per le quali la Procura nelle settimane scorse ha chiesto il giudizio immediato.
Esce invece di scena Vassili, il figlio di Emilia, la nomade che diede lallarme raccontando di aver visto Mailat gettare in un fossato il corpo privo di sensi della donna e che ora è stata tirata in ballo dal suocero del killer, il quale ha raccontato che quel giorno cera anche lei a Tor di Quinto, testimone della brutale aggressione. Mailat aveva chiamato in correità Vassili e il giovane rom era stato indagato per omicidio volontario e rapina. Ora il gip Mattioli, su richiesta del pubblico ministero, ha archiviato la sua posizione. E a questo punto Mailat rischia una nuova accusa, quella di calunnia, procedibile dufficio.
Mailat ascolta gli interventi di accusa e difesa a capo chino, appare molto diverso dal giorno dellarresto, ha i capelli corti, è sbarbato, indossa maglione e pantaloni chiaro. Per i magistrati rimane lui lunico responsabile del delitto.
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