A partire dal 26 maggio per i nuovi clienti e a partire dalla fine dellanno per i clienti già esistenti, le banche avranno lobbligo di notificare lindicatore sintetico di costo (Isc) del conto corrente nella documentazione di trasparenza. Ciò in virtù sia delle nuove istruzioni pubblicate a luglio dalla Banca d'Italia sia della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sempre da parte di Bankitalia, del provvedimento in cui sono stati definiti i profili tipo di utilizzo dei conti correnti.
LIsc, che si calcola sommando ai costi fissi quelli variabili conteggiando anche la componente temporale, come spiega Massimo Roccia, segretario generale del Consorzio Patti Chiari, «indica al cliente qual è il costo annuo di un certo prodotto bancario in termini di spese e commissioni». «Tale indicatore - precisa Alessandro Malinverno del Consorzio Patti Chiari - non include l'imposta annua di bollo, che quindi deve essere considerata come voce di costo a parte».
In sostanza, la banca permetterà al cliente di confrontare il proprio Isc effettivo, ossia quanto è costato il proprio conto corrente durante l'anno, con quello di un profilo «tipo» predeterminato dalla banca in base agli standard di Bankitalia per quel particolare prodotto. In caso di differenza importante tra le due voci di costo, il cliente potrà meglio valutare se cambiare prodotto, naturalmente in unottica di risparmio. «I profili tipo individuati da Bankitalia - spiega Roccia - vanno usati dal cliente come punti di riferimento per fare dei confronti sia a livello di gamma offerta da una stessa banca sia a livello trasversale, tra banche diverse». Quanto ai dati, Roccia ha fatto sapere che in Italia il numero di clienti che cambia prodotto allinterno di una stessa banca è pari al 3% del totale, mentre il 13% si rivolge direttamente a un altro istituto.
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