Conti (Enel): sì a nucleare e carbone

La corsa per Snet non è chiusa ma va a rilento per l’Opa su Endesa di Gas Natural

da Milano

Avanti con le acquisizioni all’estero, e avanti con le fonti di energia alternative al petrolio, carbone e nucleare compresi: lo ha ribadito ieri l’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, che si presentava dimissionario all’assemblea di Terna. La società che gestisce la rete e che ha nominato il nuovo cda con il debutto di Luigi Roth alla presidenza e di Flavio Cattaneo come ad. Il titolo Terna, dalla sua quotazione, ha fruttato agli azionisti un rendimento medio annuo di circa il 20%, ha detto Conti, nel suo saluto agli azionisti all’inizio dell’assemblea per la nomina del board. «Terna - ha sottolineato - ha fatto registrare una performance di borsa superiore alla quotazione con un ritorno medio annuo che ammonta al 19,25 per cento. Terna, infatti, ha incrementato il suo valore dall’Ipo (oggi quota 2,04 euro da 1,70 della quotazione), e ha dato un dividendo complessivo di 16,5 centesimi che rappresenta un rendimento dell’8%, cui va aggiunta una bonus share complessiva del 5% per tutti gli azionisti entro fine anno». Quanto a nucleare e carbone, «è molto chiara e positiva la proposta di Scajola perché è giusto sfatare il tabù non solo sul nucleare ma soprattutto bisogna passare attraverso un piano energetico che il ministro promette di stilare e che dovrebbe consentirci di avere impianti a carbone spingendo seriamente sul piano delle rinnovabili per fare a meno del petrolio» ha detto Conti.
E mentre l’Enel «sogna» il nucleare e cerca di costruire centrali a carbone, si trova impegolata nei rigassificatori che permettono l’importazione di gas liquido via nave. L’Enel, ha detto Conti, sta «lavorando a piani alternativi» dopo lo stop al progetto di Brindisi: «Il fatto che non siamo a Brindisi non vuol dire che non ci saremo altrove» ha aggiunto. L’Enel ha infatti abbandonato il progetto Brindisi in seguito alla decisione della nuova amministrazione eletta in primavera. Il terminale aveva ottenuto tutte le autorizzazioni in precedenza, e l’Enel era partner al 50% con British Gas, a cui ha ceduto la sua quota. Attualmente in Italia ci sono sei progetti di rigassificatori, ma l’unico in fase di realizzazione è quello di Rovigo, che fa capo a ExxonMobil, Edison e Qatar.
Sul fronte delle acquisizioni, Enel ha aperto due trattative: quella per Slovenske Elektrarne e quella per la francese Snet. Per quest’ultima, Conti ha detto che i ritardi nell’acquisizione «sono in parte legati all’Opa di Gas natural su Endesa».

La società madrilena è già titolare del 65% di Snet e ha un diritto di prelazione sul restante 35% che non ha ancora deciso se esercitare o meno: «Questo non ci ferma - ha però sottolineato Conti - la Francia è per noi un mercato importante, andremo avanti passo passo». Quanto a Slovenske, «entro la fine dell’anno, massimo nelle prime settimane del 2006, dovremmo riuscire a chiudere l’acquisizione. Non ho preoccupazioni».

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