Conti informa il cda degli incontri avuti a Bruxelles con McCreevy e Kroes. Oggi i vertici a Londra per illustrare i risultati 2005 alla comunità finanziaria Enel, più lontano il lancio dell’Opa su Suez Prende corpo l’ipotesi di un rinvio dell’offer

Gnudi: «Durante il cda non si è parlato dell’operazione sul gruppo franco-belga»

da Milano

I conti 2005 e le prospettive per l’esercizio in corso, certo. Ma i vertici Enel, attesi oggi a Londra, non potranno sottrarsi alle domande della comunità finanziaria della City sull’Opa per la conquista di Suez. Ieri, al termine del cda che ha approvato l’ultimo bilancio, il presidente Piero Gnudi ha risposto con un secco «no» a chi gli chiedeva se il lancio dell’offerta sulla società franco-belga fosse stato affrontato durante il consiglio, ma è assai probabile che l’ad Fulvio Conti abbia informato il consiglio degli incontri avuti con i commissari Ue Charlie McCreevy e Neelie Kroes e della necessità di ottenere ulteriori garanzie prima di aprire le ostilità.
La questione dell’Opa, con particolare riguardo alla tempistica, tiene banco ormai da settimane. E con il passare dei giorni sembra prendere corpo l’ipotesi di un rinvio. Ieri Les Echoes ha scritto che Enel potrebbe rimandare l’attacco a dopo le elezioni del 9 aprile, così da evitare un conflitto tra Italia e Francia sul dossier prima del voto. Il gruppo, aggiunge il quotidiano francese, può permettersi di agire con calma: il progetto di fusione tra Suez e Gdf non si concretizzerà prima del prossimo autunno, dovendo il parlamento d’oltralpe modificare la legge dell’agosto 2004 che impedisce allo Stato di scendere dall’attuale 80 al 70% di Gdf.
Altre indiscrezioni mettono in relazione lo stand by dell’operazione con la necessità di individuare, prima di lanciare l’offerta, un acquirente per il settore acqua e ambiente di Suez. Un possibile acquirente potrebbe essere Veolia, ma non è esclusa una soluzione che coinvolgerebbe i fondi Macquarie e Terrafirma Capital. Enel, inoltre, vorrebbe avere la garanzia che il governo francese non si serva di «pillole avvelenate» in grado di far fallire l’Opa, o decida di abbattere le tariffe idriche per rendere meno conveniente la cessione del ramo acqua di Suez.
La tesi del rinvio è tuttavia contraddetta da una fonte del settore, secondo la quale «Enel è pronta a lanciare l’Opa in qualsiasi momento. È tutto predisposto, sia dal punto di vista finanziario che tecnico, la scelta del momento ha poco a che vedere con le elezioni politiche».
I mercati continuano intanto a seguire con attenzione la vicenda. I titoli Enel hanno guadagnato ieri lo 0,13%, mentre i bond del gruppo restano sotto pressione a causa delle preoccupazioni per un aumento dell’indebitamento.

Per l’assalto a Suez sarebbero necessari 50 miliardi di euro circa. Alcuni analisti sottolineano come Enel rischi di pagare una cifra troppo alta per il gruppo franco-belga, le cui azioni sono salite di circa il 15% dal momento in cui il gruppo italiano è uscito allo scoperto.

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