Conti: «Il successo di Scotti? Non ha intaccato l’Eredità»

Il suo show «Fratelli di test» si allunga di una puntata

da Milano

Una vita da mediano. Con il sorriso sulle labbra. E degli scatti potenti in avanti: come quello che ha fatto con L’Eredità, il quiz preserale di Raiuno che con la «ghigliottina» finale cattura ogni sera un terzo del pubblico. Carlo Conti, in questa stagione televisiva, non si è certo tirato indietro. Ha guidato nell’ordine Miss Italia, Fratelli di Test e, appunto, L’Eredità. Da poche settimane, a dargli filo da torcere, però, è tornato su Canale 5 Gerry Scotti che, con un colpo di bacchetta magica, ha riportato - dopo una autunno critico - la fascia preserale della rete ammiraglia Mediaset alla pari di quella Rai. Chi vuol essere milionario ha anche superato due volte il concorrente.
Allora, Conti, è stata L’Eredità a non avere concorrenti temibili in autunno o è Scotti un mago degli ascolti?
«Veramente il successo di Scotti non ha minimamente intaccato quello dell’Eredità. Anzi, insieme, ogni sera, catturiamo il 60 per cento del pubblico. E, comunque, il nostro gioco della ghigliottina resta imbattibile. Ma a me non importa molto questo confronto, piuttosto continuare a lavorare con serietà e impegno, senza mai abbassare la guardia».
A settembre, quando ha raccolto l’eredità di Amadeus, non era così tranquillo...
«Certo, non era un compito facile mantenere i suoi successi. Ci sono riuscito cucendomi addosso il gioco come fosse un vestito. In una sola stagione, ne abbiamo combattute tre. Prima abbiamo dovuto affrontare Formula segreta di Amadues, poi Fattore C di Bonolis e infine il ritorno del Milionario, ogni volta con la massima attenzione».
Fratelli di test, vista la crisi del genere show, ha assolto la sua missione: 24,4 per cento di share in media. Sul solco, però, di una tradizione che andrebbe svecchiata...
«Be’, a me sembra un buon risultato. Abbiamo fatto un sabato sera senza paillettes e lustrini, senza regalare soldi e, pure, mi sembra, nella logica di una tv di qualità. E, dati alla mano, intercettando anche un’ampia fascia di pubblico giovane».
Tanto che si parla di aggiungere altre puntate...
«Non penso. Io ho molte cose da fare. Intanto, si chiude sabato con una serata su quanto sono educati gli italiani: in strada, con il telefonino, a tavola».
Poi tornerà con i Raccomandati...
«Sì, da metà marzo. È un programma che non invecchia, un classico come la Corrida e Scherzi a parte: bisogna però trovare nuovi talenti».
Ma, scusi, fa come Gerry Scotti, conduce tutto lei? Sembra che il problema di Raiuno sia quello della mancanza di presentatori... si vedono sempre gli stessi volti: Baudo, Clerici, Carlucci, Insinna (al primo anno sembra ne abbia già fatti dieci)...
«In realtà, mi sembra che ci siano spazi per i giovani. Si stanno mettendo in evidenza, per esempio, Eleonora Daniele a Unomattina, Caterina Balivo a Festa italiana, Elisa Isoardi a Italia che vai, Lorena Bianchetti a Domenica In. Ovviamente devono crescere prima di approdare in prime time».
Ora arriverà Simona Ventura...
«Bene, più star ci sono, meglio è per la rete».
E a lei non viene voglia di fare altro, per esempio una fiction?
«Mi piace fare bene quello che faccio. Me l’hanno proposto, ma non mi sembra il momento».


Però qualche piccolo sogno ce l’ha, Sanremo per esempio...
«Non mi pongo obiettivi. Se me lo chiederanno ci penserò. Il mio piccolo sogno, invece, è tornare a fare la spalla dei comici, magari in uno show di seconda serata, magari su Raitre».

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