La vicenda risale a qualche mese fa. Al 15 aprile quando Udc e Lega presentano una mozione sulla trasparenza in cui si chiede che vengano pubblicati sul sito del Comune di Milano i contributi che ogni anno il parlamentino dà alle varie associazioni e società per organizzare le cosiddette attività ludico-ricreative sul territorio. Più di 200mila euro all’anno (247.210 per l’esattezza), tutti soldi pubblici beninteso, destinati esclusivamente a finanziare questo genere di iniziative. La ragione è permettere ai cittadini di sapere come vengono usati i loro risparmi. Tanti o pochi che siano, l’importante - dicono i firmatari - è consentire all’elettorato di valutare come agiscono i politici. La mozione non passa, o meglio: viene bocciata l’urgenza e messa in coda a tutte le altre. Il Giornale in quei giorni pubblica un’inchiesta a puntate sui consigli di zona, da cui emerge che quasi sempre i finanziamenti alle varie associazioni vengono elargiti per un puro tornaconto elettorale. E che le iniziative sovvenzionate sono a dir poco curiose. Apriti cielo. Bene, dopo tre mesi, il 21 luglio il tanto temuto documento sulla trasparenza torna in consiglio. Ma ahimè, l’esito è sempre lo stesso. La mozione viene stoppata. I voti contrari sono 12 contro undici a favore. Tutto il Pdl si schiera compatto e alza la mano per bocciare la richiesta siglata Udc e Lega. «Mi hanno chiesto di ritirarla per riscriverla meglio - spiega il consigliere del Carroccio Andrea Ancona, firmatario della mozione -. Ma come? Hanno avuto tre mesi di tempo per farlo...La verità è che non vogliono la trasparenza. Si sono fatti un autogol, facevano più bella figura a dire di sì per fugare ogni dubbio su come usano i soldi».
Il Pdl si difende, dice che la Lega non ha voluto ritirare il foglio, che giusto l’altro giorno il Comune ha inviato l’indirizzo di un sito internet in cui poter guardare i contributi che i parlamentini danno alle varie associazioni. Giustissimo, peccato che siano visibili solo in parte. Mancano i fondi più sostanziosi, quelli che in gergo vengono chiamati Maap e che sono destinati a coprire il 100% dei costi delle iniziative. Quelli che vengono erogati quando è il consiglio a gestire direttamente l’evento o a proporre la società. «Perché non l’abbiamo rivista in questi mesi? Sinceramente come capogruppo del Pdl mi sono occupata di altro. E non la ritengo indispensabile - dice Tina Colombo -. Anche se la ripresentiamo a fine legislatura non crolla il mondo. Sembra di essere tornati alla caccia alle streghe. Uno ancor prima di uscire di casa, deve giustificarsi di aver messo il piede fuori». Dal suo schieramento alcuni dicono che si è trattato di no politico. «È una scusa - sbotta Massimiliano Rositano dell’Udc, il primo proponente della mozione -. Se si presenta una mozione che riguarda il bene comune di tutti, qual è il senso di un no politico? Se non hanno nulla da nascondere perché non dicono ai cittadini dove vanno a finire i loro soldi? Qui si parla di essere trasparenti e corretti verso chi ci ha eletto. La maggioranza ha avuto tre mesi di tempo per migliorarla». Ma poi c’è stata tutta la questione dei gettoni, lo spettro di vederseli togliere con la manovra e finalmente un sospiro di sollievo quando è passato l’emendamento salva circoscrizioni. «La verità è che erano tutti impegnati a parlare di questo..», continua Rositano.
Giura il capogruppo del Pdl in zona 3 che nei prossimi giorni elaborerà un nuovo documento per la trasparenza. «Entro settembre presenteremo una mozione consigliare - promette Tina Colombo -. Glielo garantisco, mi prendo questo impegno». Lo prendiamo anche noi.