Continua la magia del «Calendario Perpetuo»

La straordinaria tradizione di Patek Philippe, nella realizzazione di modelli con calendario perpetuo, da polso, trova il suo periodo riferimento a partire dal 1941, quando vide la luce la celeberrima referenza 1518, integrata dalla complicazione cronografica, realizzata in soli 281 esemplari fino al 1954. L’anno successivo fu la volta del Calendario Perpetuo, privo di cronografia, ref. 1526, in catalogo fino al 1952, per un totale di 210 pezzi, dotato di uno dei più performanti movimenti dell’epoca, il calibro 12’’’-120 Q. Sono molte altre le referenze Calendario Perpetuo che scatenano vere e proprie battaglie nelle aste: senz’altro la 2497 (prodotta dal 52 al 63 in 179 esemplari), che impiegava il calibro manuale di manifattura 27 Scq, con secondi centrali, e la 2499, cronografo con calendario perpetuo (349 pezzi, dal 50 all’85; ma in platino ne furono realizzati solo 2), con meccanismo manuale, calibro 13’’’Q. Insomma, l’eredità della Maison ginevrina presieduta da Thierry Stern (quarta generazione della famiglia proprietaria della Casa, dopo Charles, Henri e Philippe, oggi Presidente Onorario), sul terreno del Calendario Perpetuo è semplicemente unica e le più recenti creazioni, distillate con maniacale attenzione, deliziano gli occhi più fini. Come nel caso della ref. 5159R, in oro rosa, con cassa da 38 mm di diametro di tipo Officier, ossia con coperchio incernierato a protezione del fondello con vetro zaffiro. È necessario, dunque, agire sull’apposita unghiatura per ammirare in azione il calibro automatico di manifattura, 324 Sqr, a configurare uno dei rari calendari perpetui a data retrograda con lancetta dei secondi al centro. Infatti, sulla base tempo 324 funzionante a 28.800 alternanze/ora, è adattato il modulo 126, che consente la visualizzazione della data retrograda con lancetta centrale, delle fasi lunari al 6, di giorno e mese a finestrella, sulla fascia periferica del quadrante, rispettivamente al 9 e al 3. Un’impostazione grafica completata dalla piccola apertura, sotto il 12, che indica il ciclo quadriennale bisestile. Tutto questo è accolto da un quadrante argenté opalino, lavorato centralmente guilloché à la main, a motivo soleil, con numeri romani serigrafati neri e lancette Poire d’antan ossidate.

Il cinturino in alligatore e cucito a mano, è bruno scuro opaco, per un orologio che scriverà un altro capitolo importante della storia di Patek Philippe.

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