CONTRARIA MARIA GRAZIA CUCINOTTA

«Un momento, Giulia. Occhio, che la tartaruga non è un giocattolo!», dice alla figlia Maria Grazia Cucinotta, attrice e produttrice sposata con il «re delle acque minerali» Giulio Violati e madre a tempo pieno di una bimba di sette anni. Finite le riprese di Viola di mare, film da lei prodotto, e de L’imbroglio nel lenzuolo, dove recita, è in partenza per Shanghai dove sta avviando una co-produzione internazionale; reduce dall’India e dall’Africa, paesi che visita regolarmente come ambasciatrice del programma Alimentare Mondiale, Maria Grazia è sempre attenta al mondo dell’infanzia.
Cara Maria Grazia, ha visto che idea? Un reality dove si affidano bebè a ragazzi, che devono imparare a fare i genitori.
«Io non affiderei mai mia figlia a sconosciuti. Perché, piuttosto, non vanno a prendere qualche bambino negli orfanotrofi, in Africa o in India, e cercano di dare loro un futuro? Come si fa a guardare un figlio da un monitor? È semplicemente allucinante».
Però in Inghilterra è allarme rosso: nascono troppi bambini da giovanissimi che non sanno...
«In Africa, dove andiamo con il Pam, ci sono ragazzine di 12-13 anni che partoriscono senza avere nulla da mangiare loro. E l’unica è portare il progresso. E quando le mandiamo a scuola, le ragazzine sono ben felici di riprendersi la loro età. Sto parlando di posti, dove si ara ancora col bue, dove la tivù non esiste».
Come considera il fatto che ci si possa rivolgere alla tv, per apprendere l’arte di allevare i figli?
«Purtroppo vedo che anche genitori adulti hanno problemi a occuparsi dei figli: in casa non ci stanno mai, certi padri e certe madri. Ma tutto va fatto con cautela quand’è dei bambini che si tratta.

Io dico solo a questi signori del reality di farsi un giro negli orfanotrofi. Ipotizzando, magari, di levare dalla fame e dalla miseria i bambini più sfortunati, invece di trasformare in uno spettacolo il trauma dei bambini, staccati dai loro genitori».

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