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Il contratto degli statali ci costa 11 miliardi

Dubbi anche sull’applicazione dell’accordo entro 55 giorni: il principio del «silenzio-assenso» potrebbe servire solo a eludere i controlli della Corte dei conti e della Ragioneria dello Stato

da Roma

Anche la maggioranza parlamentare si schiera contro il governo. È successo ieri nella commissione Agricoltura del Senato, dove dopo una due giorni di dibattito l’opposizione è riuscita a convincere il centrosinistra ad appoggiare un suo emendamento al decreto fiscale. Materia del contendere, ancora una volta, la tassa di successione. Questa volta nel settore agricolo.
Sulla questione ha dato battaglia soprattutto Paolo Scarpa Bonazza, capogruppo di Forza Italia in commissione. Che in più di un intervento ha criticato severamente «la reintroduzione da parte del governo Prodi della tassa sulle successioni e donazioni», mettendo in evidenza «gli effetti particolarmente svantaggiosi per il settore agricolo che conseguiranno a questa decisione». La terra - spiega il senatore azzurro - «rappresenta il più rilevante fattore di produzione per l’azienda agricola e come tale dovrebbe essere considerato». Invece, il governo non «tiene conto del suo valore strumentale» e «opera per la terra una semplicistica equiparazione con i beni e diritti patrimoniali da assoggettare ad aggravi fiscali». In tal modo, insomma, si «trascura lo squilibrio che esiste tra valore del patrimonio fondiario, che è molto elevato, e la sua limitatissima redditività, che in taluni casi arriva a essere addirittura negativa». Un modo, secondo l’opposizione, per «scoraggiare l’impegno imprenditoriale nel settore e particolarmente quello dei giovani agricoltori» e «ostacolare il raggiungimento di dimensioni medie aziendali tali da sostenere la concorrenza su mercati sempre più globalizzati». A tal riguardo, Scarpa ricorda che il settore agricolo italiano è in coda alle classifiche dell’Unione europa per quanto concerne superficie media delle aziende ed età media dei conduttori (in larga prevalenza ultra sessantacinquenni), circostanze che non possono che essere aggravate dalle scelte adottata dal governo Prodi.
Il senatore azzurro ha quindi deciso di presentare un emendamento che mira a escludere l’applicazione della tassa di successione e donazione per gli imprenditori agricoli professionali, sottolineando che, «se la reintroduzione dell’imposta è iniqua per tutti, lo è ancora di più per gli imprenditori agricoli che vivono prevalentemente della propria azienda». Proposta che dopo una breve trattativa ha raccolto il consenso pure della maggioranza, compresa la sinistra radicale di verdi, Pdci e Prc. Il centrosinistra, dunque, ha deciso di dare parere favorevole al decreto fiscale ma «a condizione» che venga eliminata la tassa di successione per gli agricoltori professionali. «Anche la maggioranza parlamentare - chiosa Scarpa - alla fine si è schierata contro il governo». Sul fatto che l’esecutivo faccia suo l’emendamento, però, l’esponente di Forza Italia ha più d’un dubbio.

«Purtroppo - spiega - la cosa più probabile è che lo lascino cadere nel nulla».

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