Contributo al miglioramento della produttività

Duecento dei futuri leader di Ibm, provenienti da quasi 40 Paesi, nel corso del 2009 partiranno per mercati emergenti nell’ambito del programma Ibm Corporate Service Corps, che fa parte dell’iniziativa Global citizen’s portfolio.
Il programma è stato lanciato nel 2008; tra luglio e ottobre dello scorso anno la Ibm ha inviato 100 professionisti provenienti da 31 diversi Paesi, tra cui anche tre italiani, in Ghana, Tanzania, Romania, Filippine e Vietnam. In tutto sono stati costituiti 11 team di lavoro, composti ciascuno da 8-10 dipendenti. Nel 2009, Ibm invierà i partecipanti per la prima volta in Brasile, Cina, Malaysia e Sudafrica e ritornerà in Ghana, nelle Filippine, in Romania, Tanzania e Vietnam. I progetti fanno leva sulle competenze dei dipendenti Ibm in aree come l’information technology (It), la consulenza aziendale, il marketing, la finanza e il supply chain management (gestione della filiera dell’offerta, ndr).
Prima di partire i candidati al programma Ibm Corporate service corps devono affrontare un periodo di preparazione di circa tre mesi in cui familiarizzare con la lingua, la cultura, la situazione socio-economica e politica dei Paesi di destinazione. Poi i partecipanti al programma restano per un mese nei Paesi di destinazione per avviare e sviluppare i progetti previsti. La terza fase, che si estende per circa due mesi, prevede la condivisione dell’esperienza con colleghi, familiari, amici e comunità locali.
«È un nuovo modo di intendere la formazione professionale - spiega Angelo Failla, direttore della Fondazione Ibm Italia -: la globalizzazione e l’interdipendenza tra i sistemi socio-economici hanno segnato il passaggio dalle imprese multinazionali a quelle globalmente integrate. Riflettendo i mutamenti in atto, Ibm - appunto come globally integrated enterprise (azienda globalmente integrata, ndr) - dedica molta attenzione alla formazione dei “nuovi leader del futuro” che si basa sempre più sul concetto di global citizenship (cittadini “globali e responsabili”) e su aspetti legati alla multiculturalità. I Corporate Service Corps vengono assegnati a progetti da realizzare in collaborazione con organizzazioni non profit o pmi di Paesi emergenti o in via di sviluppo. L’esperienza di un’assegnazione di lavoro all’estero è sempre stata piuttosto usuale in Ibm, così come in molte altre imprese multinazionali, ma finora si è sempre trattato di lunghi periodi e ha coinvolto un numero limitato di persone. Oggi, grazie ai Corporate service corps, è possibile allargare la base dei partecipanti, offrendo loro non solo una coinvolgente esperienza di lavoro in un contesto multiculturale, ma anche un progetto che ha finalità sociali».
I componenti dei team hanno avuto l’opportunità di acquisire nuove competenze, soprattutto in termini di global leadership, hanno approfondito - grazie all’esperienza diretta - la consapevolezza della diversità delle culture, ma soprattutto hanno imparato a confrontarsi con esse, arricchendo la propria crescita professionale e personale. «Per l’azienda è importante poter contare su persone più qualificate, più flessibili, in grado di lavorare in contesti dinamici e pronte ad affrontare situazioni impreviste - dice Failla -, dai primi riscontri del programma anche le organizzazioni che hanno collaborato con i team Ibm sono molto soddisfatte: hanno ottenuto un miglioramento rispetto ai loro processi di business, alle competenze delle persone e alla struttura organizzativa; inoltre, hanno potuto ampliare le relazioni con network internazionali, fondamentali per lo sviluppo dell’economia locale. Il programma inizialmente prevedeva il coinvolgimento di 600 dipendenti nel giro di tre anni, le numerose candidature hanno portato alla decisione di estendere il numero a 1.500.

L’idea è che questo diventi un modello per la formazione dei dipendenti dell’azienda sempre più diffuso. Senza tralasciare la misurazione dei risultati conseguiti, all’interno dell’azienda e nel sistema socio- economico dei Paesi di destinazione».

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