Il detenuto-netturbino scende in strada per dare una pulitina alla città. Così vuole il protocollo dintesa siglato ieri. Uniniziativa promossa dal Dap (il Dipartimento amministrazione penitenziaria) a cui Comune e Ama hanno aderito per la prima volta, tesa a favorire il reinserimento dei detenuti. E che prevede tanto di stage (durata complessiva 4 ore) svolto da personale qualificato Ama nella casa di reclusione di Rebibbia. Dopo il corso di formazione 20 detenuti, divisi in due gruppi, saranno impegnati dalle 8 alle 11 del giorno di ferragosto nella pulizia dei giardini di via Val Padana, nel IV municipio, e nellarea di fronte alla stazione della Metro B di Santa Maria del Soccorso, municipio V.
Insieme ai detenuti ci saranno anche gli operatori del Comune e i tecnici dellAma, chiamati a fornire supporto organizzativo, attrezzature, mezzi per la raccolta e la rimozione del materiale. Il servizio di vigilanza e controllo sarà garantito dagli uomini della polizia penitenziaria. I detenuti che prenderanno parte al progetto, tutti su base volontaria, usufruiranno dei benefici previsti dalla legge quali il permesso premio o il lavoro allesterno. Più un rimborso netto di 7 euro e cinquanta centesimi lora.
«Se la sperimentazione darà esito positivo passeremo allimpiego sistematico dei detenuti nella lotta al degrado», ha fatto sapere il sindaco. Che poi ha aggiunto: «È uniniziativa importante che punta al recupero dei detenuti attraverso lavviamento al lavoro, e che nel contempo servirà a tenere pulita la città». Daccordo il capo del Dipartimento dellamministrazione penitenziaria Franco Ionta: «Il lavoro è fondamentale per il reinserimento dei detenuti, inoltre così si promuove la sicurezza perchè chi lavora tendenzialmente non delinque».
E sempre a proposito di degrado il sindaco, prima di firmare il protocollo, ha ricordato il problema graffiti: «La cosa migliore da fare per punire gli autori delle scritte sui muri sarebbe costringerli a ripulire e risistemare larea che hanno devastato». Il Governo ci sta lavorando sopra. Il Comune aspetta impaziente.
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