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Contro la depressione da lutto un animale può salvarci

La capacità di dare e ricevere amore è molto potente Occuparsi di un cucciolo aiuta a rielaborare il dolore

Oscar Grazioli

Più si studia la relazione tra uomo e animali, più emergono i vantaggi di avere un peloso, con la coda, in casa. Questa è la volta di una ricerca, finanziata dalla Gerontological Society of America e dal Waltham Center for Pet Nutrition e pubblicato su The Gerontologist. Gli studiosi hanno esaminato i sintomi dovuti alla solitudine o a una vera depressione mentale, tra le persone di età pari o superiore a 50 anni che hanno sperimentato la perdita del coniuge in seguito a morte o divorzio. «Sempre di più, ci sono prove che le nostre reti di supporto sociale sono davvero utili per mantenere la nostra salute mentale a seguito di eventi stressanti, nonostante la devastazione che sperimentiamo nella vita successiva quando sperimentiamo gravi perdite sociali« ha affermato Dawn Carr, autore principale e professore associato di sociologia. «Ero interessato a studiare le alternative alle reti umane per tamponare le conseguenze psicologiche della perdita del compagno di vita in età adulta».

Carr e il suo team hanno dunque confrontato le persone che hanno subito la perdita del coniuge con quelle che hanno potuto continuare una normale vita coniugale. Per fare questo, hanno esplorato se gli effetti della perdita coniugale differivano per coloro che avevano un animale domestico al momento della morte o del divorzio, rispetto alle coppie che non avevano alcun animale in casa. La prima fase dello studio e, i suoi esiti, erano intuibili. Tutte le persone che hanno perso il coniuge, hanno sperimentato livelli più elevati di depressione. Tuttavia, le persone senza un animale domestico hanno sperimentato aumenti più significativi dei sintomi depressivi, e una maggiore solitudine, rispetto a quelli che avevano animali domestici.

In effetti le persone mature che perdevano il coniuge ma avevano in casa un animale domestico vivevano la morte o il divorzio dal compagno non mostrando di essere più soli, rispetto alle persone anziane che già vivevano da sole o perché non accompagnate, nella vita familiare, o perché avevano perso il coniuge da molti anni e il tempo aveva medicato la piaga.

«Questa è una scoperta importante e suggestiva» ha affermato Carr. «Sperimentare una certa depressione dopo la perdita di un compagno di vita è del tutto normale, ma di solito siamo in grado di adattarci nel tempo a queste situazioni. La sensazione di solitudine persistente, d'altra parte, è associata a maggiori eventi di mortalità e all'insorgenza più rapida di eventuali disabilità psicofisiche. I nostri risultati suggeriscono che gli animali domestici potrebbero aiutare le persone a evitare le conseguenze negative della solitudine persistente dopo la perdita di un compagno di vita». Il team di Carr ha utilizzato i dati di un campione di anziani che hanno partecipato a un sondaggio sperimentale sull'interazione tra animali e umani nell'ambito dello studio sulla salute e la pensione dell'Università del Michigan nel 2012 e hanno collegato i dati con altri aggiuntivi raccolti tra il 2008 e il 2014, assemblandoli a quelli provenienti da questa ricerca.

«Non è assodato completamente» ha affermato Carr «che, nella vita di tutti i giorni, la compagnia di un gatto o di un cane debba renderci più sani, ma, quando affrontiamo un evento stressante, potremmo appoggiarci a un animale domestico come sicuro supporto mentale. Possiamo parlare con il nostro cane e lui non ci criticherà per eventuali errori commessi. Ci amerà e basta. Possiamo accarezzare il nostro gatto e questo avrà certamente un effetto calmante». Un animale domestico potrebbe compensare alcuni di quei sentimenti che esprimono in coppia e potrebbe portare a pensare chi è rimasto solo: almeno lui ha ancora bisogno di me e io posso prendermene cura, posso amarlo e mi apprezza.

E questa capacità di dare e restituire amore è davvero molto potente.

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