Contro la «Foodtax» un appello da Federalimentare

La food tax è una tassa di scopo che Renato Balduzzi, ministro della Salute, vorrebbe inserire nel Patto 2013-2015. Un intervento pensato in favore della salute pubblica e che graverebbe sul cosiddetto «cibo spazzatura», a partire da snack e merendine ricchi di grassi, zuccheri e sodio. In un momento di grave flessione dei consumi e in attesa dell’aumento iva, previsto per il prossimo ottobre, questa ulteriore misura potrebbe essere fatale per la salute finanziaria di produttori e consumatori.
È di questa idea Filippo Ferrua Magliani, presidente di Federalimentare, che proprio su Gusto - analizzando i valori che il settore alimentare ha fatto segnare negli ultimi mesi - sottolinea come: «Un ripensamento del Governo sia fondamentale per evitare gravi conseguenze sul piano non solo economico ma anche sociale».
Federalimentare rivolge un appello chiaro al governo. «Dobbiamo allentare la morsa fiscale sui cittadini e concedere un po’ di respiro al mercato interno - dice -. Diversamente, le conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Ogni grande stravolgimento della storia è stato innescato da una crisi alimentare».
Secondo il presidente della Federalimentare, «la food tax andrebbe a colpire soprattutto le famiglie più deboli, per le quali la spesa alimentare ha ancora una notevole incidenza sul portafoglio. È ingiustificata, perché gran parte dei nutrizionisti concorda nel dire che non esistono di per sé cibi buoni o cattivi, ma solo un sano e corretto stile di vita, in cui l’apporto calorico è bilanciato dal movimento quotidiano.

Ed è pericolosa perché, oltre al danno d’immagine per il nostro made in Italy, inasprirebbe ulteriormente la contrazione dei consumi alimentari e comprometterebbe lo sforzo, quasi decennale, dell’industria alimentare, per andare incontro alle nuove esigenze nutrizionali degli italiani».

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