Contro lEnel ecologisti in rivolta
5 Settembre 2005 - 00:00Istituzioni e associazioni in piazza contro la proposta di convertire a carbone due centrali molto vicine tra loro
Regione, amministratori locali e ambientalisti in campo contro la proposta dellEnel di riconvertire a carbone la centrale di Montalto di Castro. Legambiente ha organizzato, ieri mattina una manifestazione di fronte ai cancelli della centrale, tra striscioni e maschere antigas calate sul viso. Accanto alle associazioni (Lipu, verdi, associazione subacquei Paguro, Medici no coke), erano presenti anche i rappresentanti delle istituzioni: gli assessori regionali allAmbiente, Angelo Bonelli, e agli Affari istituzionali, Regino Brachetti, lassessore alle Politiche energetiche della provincia di Viterbo, Angelo Corsetti oltre a delegati e consiglieri comunali di Tarquinia e Canino. Tutti per dire no al carbone. Ma non solo a Montalto: lEnel ha in programma di riconvertire unaltra centrale, quella di Torre Valdaliga nord a Civitavecchia. «Se il progetto di riconversione andasse in porto - ha dichiarato lassessore Bonelli - nellAlto Lazio si realizzerebbe il polo più grande dEuropa di energia dal carbone, con emissioni di anidride carbonica altissime». Per scongiurare la presenza di due impianti a carbone a distanza di 20 chilometri, Bonelli è pronto a presentare un esposto allUnione Europea per violazione del Trattato di Kyoto, che prevede appunto la riduzione delle emissione di anidride carbonica. «Stiamo ultimando lanalisi di verifica sulla perizia tecnica effettuata dal tribunale di Civitavecchia - ha proseguito Bonelli, parlando della centrale di Torre Valdaliga - e sulla valutazione dimpatto ambientale rilasciata dal ministero dellAmbiente e anche lo stato dattuazione delle prescrizioni ambientali adottate dallEnel a Civitavecchia. Nei prossimi giorni avvieremo forti contestazioni per vie legali e istituzionali». Bonelli ha concluso: «LEnel non pensi di potersi sedere ad un tavolo di concertazione con la proposta di due centrali. Non ci sarà nessun accordo». Dal canto suo Corsetti ha spiegato: «Siamo qui per ribadire il nostro no al carbone, in un territorio a prevalente vocazione agricola e turistico-archeologica». Tra laltro, secondo la valutazione dimpatto ambientale del Ministero dellAmbiente, le zone entro 30 chilometri dalle centrali dovranno rinunciare a convertire lattività agricola in floricoltura. Martedì in Regione sarà decisa la data del tavolo di concertazione con lEnel. E lassessore Brachetti lancia la sfida: «LEnel parla di 500 posti di lavoro in più col carbone? Bene, faremo crescere lagricoltura in modo da offrire 1.
000 posti».