«Contro le morti bianche la politica è deludente»

da Roma

La risposta della politica alle morti sul lavoro è «deludente» e «scontata». Tra richieste di altre leggi e dichiarazioni di rito, abbonda la retorica e mancano soluzioni credibili. Una prova? Con la legge sull’indulto varata dal centrosinistra «sono state ridotte di tre anni le pene per tutti i reati commessi entro il 2 maggio 2006, tra cui gli omicidi colposi da infortuni sul lavoro e malattie professionali e numerose altre violazioni minori». Con questo «realizzando uno degli usuali colpi di spugna che tanto ledono la credibilità delle istituzioni e il già debole senso di legalità su cui si basano l’effettività delle norme e l’applicazione delle sanzioni».
A mettere in risalto la contraddizione tra le parole spese in queste settimane, in particolare dal centrosinistra, e le decisioni concrete del governo è stato Michele Tiraboschi, presidente del centro studi intitolato a Marco Biagi. Nell’ultimo bollettino Adapt è stato riproposto un articolo nel quale il giuslavorista chiedeva alla politica di non cadere negli «errori del passato». Sbagliato per Tiraboschi aggiungere nuove leggi, rendendo poi «praticamente impossibile la loro applicazione». Inutile «inasprire ulteriormente pene e sanzioni che poi rimangono sistematicamente sulla carta, in attesa dell’immancabile condono». Tiraboschi approva l’idea di un testo unico (cioè di una raccolta delle leggi per la sicurezza dei lavoratori), ma avverte che il fenomeno delle morti bianche non si contrasta con «un improponibile ritorno ai modelli del passato e un inasprimento teorico delle sanzioni» che poco hanno a che vedere con la prevenzione. Perché è stato proprio un eccesso di «formalismo» a «disincentivare il sistema delle imprese, specie quelle di piccole e medie dimensioni, a cogliere e realizzare gli aspetti sostanziali» che «rendono effettivo il rispetto delle leggi».
Dopo l’appello del primo maggio del presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano ha invitato gli italiani a «indignarsi») la politica si sta attrezzando a dare una risposta alla mobilitazione di questi giorni. Ieri in commissione lavoro del Senato è approdato un Ddl presentato da Maurizio Sacconi di Forza Italia per varare un testo unico. L’esponente azzurro ha dato la disponibilità del partito a lavorare insieme al centrosinistra per arrivare a un provvedimento condiviso dalle parti sociali. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha frenato le aspettative eccessive ricordando che il fenomeno delle morti bianche «è difficile da fermare».
Una conferma di quanto sia complessa una soluzione è arrivata da dati Inail raccolti dall’Associazione italiana familiari e vittime della strada, secondo i quali la metà degli incidenti mortali sul lavoro avviene sulle strade.

Dei circa 1300 morti totali, gli oltre 650 del 2006 o i 678 del 2005 sono avvenuti su strada. «Continuando a non voler mettere in sicurezza le nostre strade significa non volersi occupare del 50 per cento dei morti sul lavoro», ha commentato Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Aifvs.

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