Contro Strasburgo la Santa Sede sfodera il tris: Frattini, Letta e Ciampi

Con la calma e la solennità unica dei sacri palazzi la Santa sede ha risposto a tono ieri alla Corte per i diritti dell’uomo di Strasburgo e alla sentenza che condanna l’esposizione del simbolo cristiano nei luoghi pubblici. La replica della Chiesa ai giudici è arrivata dalle pagine dell’Osservatore romano, che ha sfoderato in un colpo solo gli interventi di tre, prestigiosissimi, non giornalisti: il ministro degli Esteri Franco Frattini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Gli interventi di Frattini e Letta sono due prefazioni al volume - promosso e curato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede - Identità religiosa e culturale europea. La questione del crocifisso di Carlo Cardia (Torino, Allemandi, 2010). Lo scritto di Ciampi è invece un commento all’introduzione della sua tesi di laurea in Giurisprudenza conseguita alla Normale di Pisa nel 1946; l’ex capo dello Stato infatti si laureò in diritto ecclesiastico, affrontando in particolare il tema della libertà delle minoranze religiose.
«In ogni parte d’Europa - scrive Frattini - si sono avute reazioni preoccupate, di vera e propria sofferenza, nei confronti di questa sentenza, anche perché la sua capacità espansiva è tale che potrebbe portare alla scomparsa di tutti i simboli religiosi negli spazi pubblici dei Paesi europei, senza distinzione alcuna». «Il valore delle tradizioni europee - afferma a sua volta Letta - è vivo e attuale nella fede e nei costumi dei popoli d’Europa, tanto che lo si ritrova sancito con ricchezza di richiami nelle Costituzioni e nelle leggi fondamentali degli Stati europei». «Personalmente - osserva Ciampi ripercorrendo il senso del suo lavoro di universitario - mi riconoscevo in pieno nelle posizioni di Piero Calamandrei.

Non sentivo contraddizione alcuna tra il sentimento religioso al quale ero stato educato in famiglia e a scuola, nell’istituto retto dai gesuiti dove avevo frequentato l’intero ciclo del ginnasio-liceo, e la formazione laica vissuta negli anni della Normale».

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