(...) «Avevamo chiesto processi per direttissima per le violenze per strada sulle donne, la configurazione di unipotesi di reato a sé stante per violenze in famiglia - prosegue il primo cittadino - e una serie di altre misure che rafforzerebbero lazione contro gli stupri come la certezza della pena, la banca dati del dna, e una più chiara distinzione tra spaccio e consumo di droga perché molti degli atti di delinquenza sono commessi sotto effetto di sostanze stupefacenti».
Contemporaneamente arriva anche la proposta del vicesindaco Riccardo De Corato di impiegare gli uomini delle associazioni dei cittadini volontari, i Blue Berets, i City Angels e lAssociazione Poliziotti fuori dalle discoteche per far fronte allemergenza stupri.
«Li metteremo nei punti dove ci sono stati risse, violenze e accoltellamenti - spiega De Corato -: abbiamo un elenco di dieci discoteche dove avviene di tutto». La maggior parte in periferia, ma non solo, precisa il vicesidanco, ricordando laggressione di una ragazza americana alluscita di un locale in corso Garibaldi. «È unazione di sicurezza di prossimità in diverse aree a rischio che a Milano viene esercitata dal 2007 - continua De Corato - e che prossimamente estenderemo nel weekend anche alle zone attorno alle discoteche. Nuove Forze dellOrdine appiedate potrebbero essere recuperate e inviate nei quartieri periferici grazie al fatto che 174 siti sensibili sono oggi vigilati dai militari».
Lelenco dei locali verrà valutato nel prossimo mese, e i presidi potrebbero partire da marzo. «Ci sono già organizzazioni che si affiancano alla polizia di Stato e alla polizia locale - commenta il sindaco -. In questottica, proseguiamo unazione che abbiamo intrapreso. Naturalmente è un affiancamento allattività della polizia di Stato e di polizia locale». Le ronde di cittadini per garantire la sicurezza possono servire a qualcosa, secondo il ministro della Difesa Ignazio La Russa, ieri a Palazzo Marino in occasione del consiglio comunale su Linate e Malpensa. «Perché non siano controproducenti occorre che siano autorizzate dal prefetto e dal comitato di sicurezza - ha detto La Russa - e che ci sia qualche norma di salvaguardia che ancora va precisata».
«Lopera di prevenzione mi pare estremamente problematica», dice il pm Marco Ghezzi, coordinatore del dipartimento soggetti deboli impegnato nellultimo caso di violenza, augurandosi di poter disporre di una banca dati delle impronte digitali. «O meglio - precisa - del DNA di tutti coloro che vivono in Italia e non solo extracomunitari. Avrebbe unefficacia nelle indagini che riguardano le violenze sessuali, ma anche in quelle per reati più gravi come gli omicidi».
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