Controcorrente Un ente virtuoso

Hanno rinunciato a oltre 900mila euro di introito pur di non strozzare gli 8.700 residenti. Fatti due conti, una famiglia con una casa di cento metri quadri se abita ad Assago risparmierà uno stipendio o giù di lì. Il Comune infatti ha deciso, con delibera della giunta, di non fare pagare l’Imu per la prima casa. Senza chiedere permesso a nessuno, il Comune si prepara a portarla in bilancio, forte della convinzione che nella legge ai Comuni sia data la facoltà di scelta se riscuotere o meno il pagamento. Non solo. Per il terzo anno consecutivo non sarà richiesta neppure l’addizionale Irpef.
«Care concittadine e cari concittadini», scrive il sindaco Pdl Graziano Musella in una lettera datata 10 maggio scorso indirizzata a tutti i residenti «ritengo non si possa affrontare il discorso della spesa pubblica solo con l’aumento delle tasse. Un amministratore pubblico si trova sempre di fronte a queste due scelte: o aumentare le tasse o ridurre le spese o meglio razionalizzarle. La prima è più facile (più spendo e più tasso), la seconda è più complicata e necessita di più lavoro, impegno e mediazione sociale». Un lavoro che ad Assago hanno deciso di accollarsi. La decisione è stata di affrontare il percorso più complicato, la strada meno facile che richiede più attenzione alla riduzione delle uscite. «Ma preferiamo così al “ti stendo e ti tasso“», commenta il sindaco. Nella lettera agli abitanti di Assago spiega che «razionalizzare la spesa è il solo mezzo per poter riportare in ordine i conti del nostro paese. Ciò non vuol dire fare morire la gente come avviene oggi ma significa analizzare e distinguere caso per caso e proporre sviluppo dove è possibile e soprattutto necessario». Non a caso Assago è stato inserito dal 23 marzo scorso nell’elenco dei 143 enti locali giudicati dal Ministero delle Finanze «virtuosi» su circa 8mila Comuni e 110 Province. Il riconoscimento non è solo «per i servizi di qualità a tariffe contenuti». Qui la partita si gioca in soldoni: il consuntivo del 2011 si è chiuso infatti con 17 milioni di euro avanzati nelle casse del Comune. Un «più» che va ad aggiungersi ai 29 milioni che già c’erano.
«Come facciamo? Rigoroso controllo delle spese e l’individuazione di una precisa gradualità negli investimenti. Questo ci dà la possibilità di risparmiare e di salvaguardare gli interessi di tutti». Un esempio? «Nel nostro Comune ci sono 50 dipendenti. Altri enti locali grandi come il nostro ne hanno tre volte tanti. Abbiamo informatizzato i servizi. Siamo uno dei 7 Comuni in cui è possibile fare l’autocertificazione on line, risparmiando anche in questo caso uffici e personale».

Per le opere pubbliche «cerchiamo di bilanciarle rispetto alle entrate facendole magari ricadere a cavallo di due o tre anni diversi». Risultato: una famiglia media a Assago andrà a risparmiare secondo le previsioni fatte tra i mille e 1200 euro.

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