(...) Certo è che il Fisco per i controlli può utilizzare qualsiasi strumento ritenga idoneo. Il provvedimento rientra nelle facoltà che il governo ha concesso ai Comuni per le verifiche fiscali. Per ora siamo nellambito delle ipotesi e di sicuro il controllo è un disincentivo forte». Un disincentivo che tuttavia rischia di aggravare la situazione ricorsi e di sommergere ancor di più le scrivanie del giudice di pace, già stracolme di contestazioni alle multe.
La giunta Pisapia va dritta per la sua strada e segue il modello di Londra, dove il provvedimento si è rivelato un toccasana per risolvere il problema dei parcheggi dei disabili. «La verifica presso lagenzia delle Entrate - spiega Maran - sarà un ulteriore e decisivo disincentivo verso questa odiosa infrazione». «Siamo pronti a scommettere - annuncia lassessore alla Mobilità, assieme al collega Granelli - che nel giro di pochi mesi il numero delle multe non sarà più così alto». La proposta verrà articolata meglio nelle prossime settimane.
Se i «mezzi» suscitano qualche perplessità, il «fine», quello sì, è più che nobile. Si punta a correggere un brutto e incivile vizio che a Milano riguarda oltre 10mila furbetti. Sono tanti infatti i trasgressori che hanno lasciato lauto abusivamente in uno dei 4mila parcheggi riservati ai portatori di handicap (di cui 2.700 generici e oltre 1.300 personalizzati). Solo nei primi sei mesi del 2011 le multe sono state 5.474, un numero drasticamente alto.
Franco Bomprezzi, consulente della giunta Pisapia sui problemi dei disabili, fa anche unaltra considerazione: «Nei posti riservati ai disabili ci sono spesso macchine grosse, alte e scomode. Soprattutto Suv. Macchine che difficilmente possono essere guidate da disabili o anche solo trasportare disabili o anziani non autosufficienti. Quindi, o è un abuso oppure segno che il contrassegno per disabili viene usato per altri scopi». Bomprezzi fa anche notare che, in base ad alcuni studi, è stato trovato un nesso tra chi non rispetta i disabili e chi trasgredisce dal punto di vista fiscale: «In tanti casi - spiega - si tratta di persone che hanno un senso civico estremamente basso».
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