Contrordine su Catania: «Continui a lavorare fino a ottobre»

I faldoni sottobraccio per rispondere con le cifre a quelle accuse di «sprechi e privilegi» che da manager di lungo corso con Ibm e Ferrovie dello Stato nel curriculum, tanto lo hanno offeso. Elio Catania, il presidente di Atm «revocato» dalla giunta con tutto il consiglio di amministrazione, è arrivato puntuale ieri mattina a Palazzo Marino. Dove non ha ottenuto il richiesto faccia a faccia con il neo sindaco Giuliano Pisapia, partito per le vacanze, ma è stato ricevuto dal direttore generale Davide Corritore e dal capo di gabinetto Maurizio Baruffi. «Vado a conoscere il direttore generale», le sue sole parole all’entrata. «L’incontro - spiegherà più tardi - è stato sicuramente utile. Ho presentato le attività svolte in questi anni dall’azienda e gli importanti risultati ottenuti in termini di qualità del servizio, di sviluppo dell’impresa a livello nazionale e internazionale, nonché i dati oggettivi sulla solidità economica e patrimoniale del gruppo». Mentre Baruffi, spiega che «al di là del fatto che il sindaco abbia deciso la revoca del cda di Atm, abbiamo discusso del modo in cui è necessario che in questi mesi sia garantito il massimo impegno di tutti con senso civico e di responsabilità perché l’azienda di trasporti dei milanesi dia il miglior servizio». Come a dire che Catania dovrà continuare a lavorare fino a ottobre, il tempo necessario per nominare il nuovo cda e quindi anche il suo successore alla presidenza. Ed eventualmente, se il nuovo board dell’azienda lo deciderà, un altro direttore generale. «Ora - spiega Baruffi - si attueranno le normali procedure del bando che scadrà il 15 settembre». E a chi riprova a chiedergli del licenziamento di Catania, ripete che «l’importante è che l’Atm continui a funzionare e a funzionare bene». Una richiesta immediatamente accolta. «Il servizio offerto ai milanesi - ribatte Catania - è la priorità condivisa. L’Atm è un patrimonio della città e per i milanesi continueremo tutti a lavorare con il massimo senso civico e di responsabilità».
A mezzogiorno l’annunciata riunione del cda di Atm che ha preso atto della revoca dell’intero consiglio con efficacia a decorrere dalla nuova nomina e, comunque, entro il 15 ottobre 2011. Mentre in una nota a seguito dell’incontro in Comune, spiega che Catania «prosegue nel suo ruolo di group chief executive officer, a garanzia della continuità della gestione». Col cda che «determina di agire» sino al 15 ottobre, «in ossequio ai principi di massima prudenza, ponendo in essere tutte le azioni necessarie ad assicurare la prosecuzione della normale attività dell’impresa». Con Corritore che ricambierà la visita, recandosi giovedì nella sede di Atm per incontrare Catania e i dirigenti. Dopo aver chiesto a Catania di supportare Palazzo Marino nel pressing sul governo perché il Cipe stanzi 600 milioni di euro per i 60 nuovi treni della linea 1 della metropolitana necessari per far funzionare adeguatamente la tratta.
Una tregua, ma solo apparente. Perché i membri del cda ribadiscono «l’amarezza per la decisione».

Con Francesco Tofoni che spiega di «non aver gradito le modalità di una decisione che non è nemmeno stata comunicata direttamente, ma solo attraverso accuse infondate diffuse tramite i giornali». E l’intero cda sta valutando la possibilità di intraprendere azioni legali contro il Comune.

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