La malattia del lavoro sono i tempi morti. Ore di attesa, inutili, improduttive, con la noia che diventa stress. È il prezzo da pagare per la vecchia cultura aziendale, che non ama la flessibilità e vuole il dipendente in ufficio, che confonde quantità e qualità, che calcola l'efficienza contando i minuti che si passano sulla scrivania.
Non importa se sopra quella scrivania c'è il nulla. I tempi morti del lavoro sono un costo: per tutti. La soluzione è lavorare quando serve. Questa, perlomeno, è una tendenza che emerge dagli studi americani sulla produttività. Il concetto è: lavorate meno e lavorare meglio. Nonostante la fama di Paese operoso gli Stati Uniti si trovano, infatti, a fare i conti con troppe ore di lavoro spese male. Il fenomeno, che appare diffuso in tutto il Paese, nasce da un'irrefrenabile propensione alla perdita di tempo e alla scarsa concentrazione. Gli americani trascorrono 45 ore a settimana alla scrivania ma di queste 16 sono considerate «improduttive». E la conferma arriva anche da uno studio della Microsoft. American Online e Salary.com stimano che i dipendenti lavorano tre giorni a settimana, sprecando del tutto gli altri due.
Ancora più preoccupante il giudizio di Steve Pavlina, esperto in sviluppo professionale: negli Stati Uniti si lavora circa 1 ora e mezza al giorno. «L'impiegato a tempo pieno mediamente non inizia mai a lavorare realmente prima delle 11 del mattino - spiega al New York Times - e il rendimento inizia a calare intorno alle 15.30». Il resto della giornata consiste solo nell'occupare fisicamente la postazione. Secondo Aol la navigazione su Internet rappresenta il principale motivo di perdita di tempo. C'è infine il fattore disordine, che obbliga i dipendenti a perdere 1,5 ore al giorno per sistemare scrivanie e cassetti. Bob Kustka, fondatore di Fusion Factor, una società di consulenza con sede a Norwell, spiega: «I lavoratori sono come gli atleti, concentrano le forze per un set di tennis e osservano delle pause tra l'uno e l'altro». Ecco allora la soluzione: lavorare meno per lavorare meglio.
Nel quartier generale di Minneapolis, il gigante dell'elettronica Best Buy ha introdotto il metodo Rowe, che indica come unico obiettivo il risultato. I lavoratori possono entrare alle 4 di pomeriggio o andarsene a mezzogiorno, vedere un film nel mezzo della mattinata, o non farsi vedere per un giorno: conta il risultato.
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