Il convegno I dolori dei giovani medici

Precariato, mancata valorizzazione del merito, patologica ingerenza politica nella gestione della sanità: sono alcuni degli scogli in cui si imbattono i giovani medici ancor prima di affacciarsi alla professione. A scoraggiare ulteriormente i futuri camici bianchi anche i disservizi connessi a una deriva burocratica: i ritardi per l’accesso alle scuole di specializzazione ne rappresentano la nota dolente ed emblematica. Questo è quanto emerso nel corso del convegno organizzato dal Sigm (Segretariato italiano giovani medici) dal titolo «Il ruolo dei giovani medici nel servizio sanitario nazionale», svoltosi presso la sede dell’Enpam. «Obiettivo della nostra associazione - spiega il presidente Walter Mazzucco - è creare i presupposti per favorire il dialogo tra medicina universitaria, ospedaliera e territoriale, al fine di superare i pericolosi steccati sanitari. Che producono disservizi e spreco di risorse, a spese dei malati». Pensiero condiviso dal presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Roma, Mario Falconi che consiglia agli specializzandi di «salvaguardare il rapporto coi cittadini-malati e allearsi con loro, creando un rapporto di totale fiducia. Noi medici della vecchia guardia non siamo stati così bravi da consegnarvi una sanità perfetta, perché spesso, armati l’un contro l’altro, abbiamo sottovalutato la centralità che il paziente deve avere».

E ancora, il rettore della Sapienza, Luigi Frati, punta l’accento sul ruolo, fondamentale, della meritocrazia, mentre il viceministro Ferruccio Fazio chiede un maggiore legame tra le scuole di specializzazione per la formazione dei medici e le esigenze del servizio sanitario nazionale: «Presto - annuncia - apriremo un tavolo sulle specializzazioni, in collaborazione con l’università, per valutare il fabbisogno delle regioni».

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