Emanuela Fontana
da Roma
Lincontro tecnico è già stato fissato: domani negli uffici del ministero della Salute il ministro Francesco Storace presiederà una riunione per applicare la norma che, nella legge sullaborto, parla di convenzioni con le associazioni nei consultori per convincere le donne a non rinunciare alla gravidanza.
Storace ha spiegato ieri che non intende modificare la legge sullaborto, che pure non condivide, ma applicare quellarticolo 2 della 194 che, sostiene il ministro, non è mai stato preso in considerazione. E il fatidico articolo 2 è legato alle parole del presidente della Cei, Camillo Ruini, che venerdì auspicava di aprire le porte dei consultori ai volontari del Movimento per la vita per permettere unazione più incisiva «a tutela della maternità». Tra le polemiche politiche che ne sono scaturite, Storace è subito passato ai fatti: domani metterà intorno a un tavolo i funzionari delegati del settore. «La legge sullaborto 194 è una norma che regola quello che è diventato un diritto italiano - ha chiarito il ministro -. E credo che vada applicata interamente, a partire dalle norme sulla prevenzione, che sono un diritto ad abortire ma anche a non abortire. Non voglio dire quale sia prevalente, anche se nella mia gerarchia di valori ce lho bene in mente». Sì ai volontari nei consultori, dice quindi lex governatore del Lazio in linea con il pensiero di Ruini e prevedendo già il primo incontro per aprire le porte ai «difensori» della vita.
Così facendo, però, i consultori rischiano di diventare dei «campi di battaglia», gli ha risposto il segretario dei Ds Piero Fassino. Luoghi di scontro «tra sostenitori della 194 e abortisti». Per non dispiacere alla Chiesa, Fassino ha comunque aggiunto che bisogna promuovere «tutte le politiche di prevenzione, perché laborto è sempre una sofferenza, una scelta difficile».
La polemica ora si sposta su questo aspetto della legge, la prevenzione, perché anche dalla Casa delle libertà si ribadisce la non-messa in discussione della 194, in vigore da 27 anni. «È una legge che cè - sottolinea il ministro degli Esteri Gianfranco Fini - e penso anchio, come il presidente Casini, che non sia il caso di intervenire». Ruini, sottolinea Fini, ha comunque «ripreso una proposta che era stata avanzata dal ministro Storace».
La 194 è «una conquista per il Paese, che non può e non deve essere messa in discussione», chiarisce il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, precisando però: «La 194 prevede una parte che riguarda la prevenzione, lazione attiva dello Stato e delle associazioni per cercare di evitare quella che, anche per la donna, è una scelta drammatica».
Boccia in pieno Ruini e Storace invece Massimo DAlema: «Una donna che vive il dramma dellaborto e va in un consultorio pubblico - dice - non può trovare i militanti di Comunione e liberazione. Lo dico nelletica della solidarietà, nel rispetto della libertà della donna, anche questo è etica».
Francesco Rutelli ha toni polemici con chi, nel suo schieramento, pecca di anticlericalismo: «La politica ascolta tutti e dunque ascolta anche la Chiesa, ma poi decide in piena sovranità e autonomia. Io lho sempre ascoltata, ma non ho mai in questo senso esasperato i toni. Farebbero bene i miei colleghi di coalizione a fare altrettanto».
Mentre il ministro si muove sul piano tecnico, la Chiesa conferma il messaggio di Ruini: la «voce» della Curia, lOsservatore romano, scrive che la Chiesa ha «il diritto-dovere di ricordare a tutti i credenti» il valore della vita, da salvaguardare «come pure già prevedono norme legislative vigenti, troppo spesso inapplicate o ipocritamente trascurate».
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