Ma le coop flirtano con Giulio: riduzione fiscale irrealistica

Mentre si allarga il fronte di chi chiede un abbassamento delle imposte, il ministro incassa l’assist sulla politica di rigore

Ma le coop flirtano con Giulio: riduzione fiscale irrealistica

Roma - «Non ci provate neanche», intima con un mezzo sorriso Giulio Tremonti ai giornalisti che gli chiedono se e quando ridurrà le tasse. Nel day after del vertice di Arcore, il ministro dell’Economia non si sbilancia, ma non ha l’aria di chi si sente «sotto assedio». Anzi, incassa un inaspettato assist da parte della Confcooperative. Per il presidente delle cooop bianche, Luigi Marino, sulla riforma fiscale «si concentrano aspettative irrealistiche, come un taglio drastico delle imposte». Dalla riforma, le coop si aspettano invece lotta all’evasione, semplificazione, un fisco che punti meno sui redditi di persone e imprese e più sui consumi.
«La stabilità dei conti pubblici e la riduzione del deficit - dice ancora Marino - sono inderogabili: ridurre il debito è una politica di sviluppo e di giustizia sociale». Qualcuno, spiega il presidente delle coop bianche, s’illude che per una buona causa sia lecito spendere in deficit ed incrementare il debito, «eppure - osserva - in ogni azienda si sa che, se si esagera col debito, invece dello sviluppo arriva il decreto ingiuntivo». E se il decreto ingiuntivo arriva dall’Europa, si potrebbe aggiungere, allora son dolori.
Tremonti incassa l’appoggio della cooperative alla sua politica di rigore fiscale, proprio mentre si allarga il fronte di chi chiede almeno un segnale di riduzione delle tasse. Il ministro va avanti con la sua scaletta, che prevede una ricognizione complessiva del lavoro fatto dai quattro tavoli tecnici della riforma tributaria. Il tentativo in atto è quello di presentare una bozza di legge delega entro questo mese, magari insieme alla manovra 2013-2014. Un segnale di rigore ma anche di riequilibrio del prelievo fiscale. La legge delega potrebbe essere varata dal Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, mentre il Parlamento avrebbe sei mesi di tempo per i decreti delegati (un po’ come è accaduto per il federalismo fiscale). Per ora le Camere si limitano a presentare, e in taluni casi approvare in commissione, mozioni a raffica contro i metodi di riscossione adottati da Equitalia. Tutte chiedono che venga rispettato il limite degli 8mila euro al di sotto del quale non si può procedere a iscrizioni ipotecarie.
L’idea tremontiana di riforma è quella di spostare la tassazione dalle persone alle cose, cioè dall’Irpef all’Iva: si ipotizza una riduzione della prima o forse delle prime due aliquote dell’imposta sui redditi personali, contestuale a un incremento dell’aliquota Iva. Inevitabile, poi, la razionalizzazione delle 476 agevolazioni fiscali ora in vigore. Qualche elemento in più potrebbe giungere sabato, quando il ministro dell’Economia interverrà al convegno dei giovani di Confindustria, a Santa Margherita.
Anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi fa l’elogio della stabilità: «La Grecia sarebbe più vicina - dice all’assemblea della Confcooperative - se non avessimo tenuto alta la guardia, e dobbiamo fare lo stesso nei prossimi anni».

Sacconi smentisce che il governo stia pensando di intervenire sull’età pensionabile delle donne nel settore privato (nel pubblico l’aumento a 65 anni è già stato varato per legge), e nemmeno sulle aliquote contributive dei lavoratori «parasubordinati». Il ministro concorda invece col segretario della Uil Luigi Angeletti, che ha proposto di mettere in soffitta l’accordo del ’93 su salari e inflazione.

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