Diego Pistacchi
da Genova
Sia chiaro. Lappello è «innanzitutto quello di votare». Parola di Coop Liguria. Anzi, circolare di Coop Liguria, a tutto il personale, datata 4 aprile e firmata dal presidente Burno Cordazzo. Una premessa così sembra inattaccabile. Ricordare ai propri dipendenti di esercitare il diritto-dovere di voto non rientrerà nei compiti istituzionali della grande distribuzione, ma è pur sempre un gesto di educazione civica. Il fatto è che alla riga successiva escono i però. Perché «lastensione» non è un atto di accidia politica, ma «una rinuncia a giudicare chi ha governato e a scegliere, tra i programmi presentati dalle due coalizioni, quello che può meglio dare una risposta alla crisi del Paese». Capito? No? Visto che Coop deve far finta di non dare indicazioni di voto ai suoi dipendenti, cerca di spiegarsi meglio. Berlusconi lascia un Paese «in crisi profonda, economica, sociale e valoriale; crisi che ha determinato grandi insicurezze e una precaria visione del futuro per la stragrande maggioranza delle famiglie».
La scelta è tra due programmi, dice Coop, ma il volantino parla solo di un candidato: «sono continuati gli attacchi strumentali e calunniosi portati alla cooperazione dal presidente del consiglio». E ancora. Coop Liguria propone «le valutazioni critiche e le proposte» alle due coalizioni. Eccone alcune. «Critichiamo lazione del governo in carica per i deludenti risultati conseguiti e per lazione volta a dividere il Paese, con gli attacchi alla cooperazione, al sindacato, alla Confindustria». Certo, perché «diviso, il Paese non sarà in grado di affrontare e vincere le sfide del rilancio economico, dellinnovazione (...
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