Cooper, se l’assassino è lo spread

È bastato un breve soggiorno a Milano, allo scrittore americano Glenn Cooper, per avere lo spunto d’avvio del suo nuovo thriller L’ultimo giorno (Editrice Nord, pagg. 452, euro 18, da domani in libreria). Passeggiando per piazza Duomo Cooper ha letto davanti a un’edicola la notizia dell’aumento dei suicidi in Italia legato alla nuova crisi economica, e immediatamente si è accesa in lui l’idea del romanzo di cui in questa pagina proponiamo in anteprima il prologo. Una storia mozzafiato che parte proprio da una sequenza di strani suicidi che sembrano scandire l’arrivo della fine dei tempi. Cooper è abilissimo nell’intrecciare questi lutti con altre due vicende parallele, quella del ricercatore scientifico inglese Alex Weller e quella dell’agente americano del FBI Cyrus O’Malley. Il primo è sopravvissuto da bambino a un incidente mortale e ha provato l’esperienza della pre-morte entrando in quel limbo fra sogno, incubo e realtà dove tutto sembrerebbe possibile. Cyrus O’Malley dà invece la caccia a un serial killer che semina vittime a Boston praticando, dopo averle uccise, un minuscolo foro alla base del loro cranio.


E se alla base di entrambe le indagini ci fosse una delle più sconvolgenti scoperte del nostro tempo: una droga capace di far provare a chi la assume sensazioni incredibili? Cosa sarebbe disposta a fare l’umanità per ottenerla, per poter raggiungere, assumendola, il confine fra la vita e la morte? Cooper ancora una volta (dopo i successi di La biblioteca dei morti, Il libro delle anime, La mappa del destino e Il marchio del diavolo) gioca a rimpiattino con l’attenzione dei lettori riuscendo a stupirli con un romanzo in cui ogni tassello torna al suo posto, mostrandoci come la follia della scienza possa spesso incarnare la follia della società in cui viviamo.

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