«La cooperazione non sia affare loro»

Senatore Cesare Salvi, tanta fatica e non è cambiato niente.
«Era il 2005 quando con Massimo Villone ho pubblicato il Costo della Democrazia».
Sforzo intellettuale inutile.
«Adesso c’è pure il costo del federalismo fiscale».
Dice il ministro Roberto Calderoli che così almeno sapremo quanto si spende e per che cosa, e chi spreca va a casa.
«È vero solo in parte. Il meccanismo di responsabilizzazione non è detto che funzioni».
Qual è l’alternativa?
«La Lega Nord ha fretta, per loro la bandiera del federalismo prevale sull’esigenza di fare le cose bene. Ma presto e bene raro avviene, dice il proverbio: bisogna essere saggi».
Le Regioni hanno autonomia di spesa su questi capitoli da ben prima della riforma federalista, però.
«Ma adesso i rischi aumentano. Le Province, per dire, andavano abolite, ora invece il povero Calderoli si deve inventare una tassa di competenza provinciale...».
Quindi?
«Bisogna cambiare la Costituzione, il titolo V. Dobbiamo rendere più netto quali sono le competenze di ciascun livello».
Le Regioni spendono milioni di euro in cooperazione internazionale.
«Prenda l’elenco del telefono di Roma e veda se c’è una rappresentanza della California, o della Baviera».
Appunto.
«Le azioni di politica estera dovrebbe essere chiaro che spettano solo allo Stato nazionale».
Invece le Regioni usano i soldi per la formazione sindacale in Marocco e Honduras o per lo stimolo all’attività casearia nella provincia peruviana di Asuncion.
«Sono preoccupato. Con la crisi economica globale e il debito pubblico in queste condizioni non possiamo più permetterci questi sprechi».
Loro dicono che sono missioni umanitarie degne.
«I progetti possono pure essere validi. Ma qui c’è un’interpretazione all’italiana del federalismo, con quattro livelli: comuni, province, regioni e Stato. Abbiamo moltiplicato i centri di spesa».
Che poi già ci sono milioni di euro di fondi strutturali europei vincolati alla cooperazione.
«E spesso le Regioni non hanno la capacità di spenderli: nel Mezzogiorno ci sono stati sprechi enormi, e troppo spesso quei soldi sono stati utilizzati per microprogetti che avevano il solo obiettivo di accontentare clientele».
In Puglia c’è l’assessorato al Mediterraneo e alla Pace.

In Toscana quello a Cooperazione internazionale, perdono e riconciliazione fra i popoli.
«Si rende conto? In alcuni campi non si vede perché debba intervenire la Regione. Dobbiamo assolutamente chiarire chi può fare che cosa, con una clausola di supremazia nazionale».

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