Ignazio Lussa, lei è coordinatore nazionale del Pdl e conosce bene la realtà lombarda. Che succede nel partito in Lombardia? È uno scontro personale tra Podestà e Mantovani o è una questione politica?
«Innanzitutto ogni sconfitta elettorale lascia strascichi e questa volta una situazione latente di contrasto che esisteva tra lex coordinatore regionale e chi gli era subentrato poco prima delle elezioni si è naturalmente acuita».
Perché ritiene lo scontro naturale?
«In questi casi è quasi inevitabile che se non cè stato un passaggio di consegne condiviso, e in questo caso non cè stato, ne nascano conflitti. Se non cè una condivisione della base, gli strascichi possono capitare.».
Di chi è la colpa secondo lei?
«Né delluno né dellaltrro ma del criterio di scelta della classe dirigente che non ha una verifica dal basso e non segue criteri. Berlusconi aveva scelto Podesta, poi Podestà è diventato presidente della provincia e prima delle elezioni ha scelto un altro».
È stato un errore?
«Non credo, perché lo stesso Podestà si era dichiarato disponibile a lasciare per dedicarsi alla Provincia. Forse però si aspettava di portare il partito fino alle amministrative. Il mio obiettivo e anzi direi il mio ruolo, perché provengo da unarea culturale affine e anche perché sono coordinatore nazionale, è di far trovare un punto di intesa».
Si propone come mediatore tra Podestà e Mantovani?
«Non mi propongo, sono già avanti. Non ho aspettato lintervista per muovermi! La prossima settimana ho chiesto di andare tutti insieme a pranzo o a cena. Non so ancora se invitando solo loro due o se allargando un po il numero. Ma forse è meglio restringere allinizio. È bene che si affrontino loro due per chiarire i percorsi personali. È una precondizione perché la classe dirigente lombardi prepari lazione politica che deve partire da settembre».
Che cosa partirà a settembre nel Pdl? Si riferisce ai congressi?
«Cè grande volontà e convinzione da parte di tutti, Gelmini, Formigoni, Lupi, Casero, Corsaro - e ne abbiamo già parlato anche con i consiglieri comunali, De Corato in testa - che il percorso unitario sia necessario per avviare la fase di opposizione e per preparare la rivinciata in Lombardia e la vittoria nazionale nel 2013. Si tratta di passare dalle buone intenzioni ai fatti. Posso dare un consiglio?».
A chi vorrebbe dare un consiglio?
«Il mio consiglio per tutti è che sia meglio fare le interviste sui contenuti. Abbassiamo i toni, non facciamo diventare centrale il dibattito interno».
Che cosa propone di mettere al centro dellattenzione?
«Ho visto poco dibattito sul fatto che Pisapia si è trovato con i centri sociali che interrompono una Messa, cosa mai accaduta, che altri della sua area chiedono di non rinnovare la collaborazione ai militari nei quartieri più difficili. E altri suoi amici girano con auto blu a cui non hanno diritto. Cominciamo a guardare queste cose».
Vuol dire che non esiste il tema del coordinatore regionale del Pdl?
«Non credo proprio, perché a breve si porrà per tutti i segretari una necessità di verifica con criteri diversi. Anche se lo statuto prevede la nomina, il presidente Berlusconi ha detto di essere orientato a rinunciare al più presto, forse già in autunno, alla nomina e procedere alle elezioni a opera degli iscritti».
Quando ve lha comunicato?
«Ci ha informato di questa intenzione durante un vertice, non nellufficio di presidenza».
Come pensate di eleggere il coordinatore regionale?
«Con un modello tipo primarie ma riferito agli iscritti. Se devi eleggere una carica di partito, come in tutte le associazioni del mondo, decidono gli iscritti. Però puoi favorire le iscrizioni di massa».
Primarie con iscrizione al partito?
«Oggi devi andare al partito, avere un presentatore, pagare 30 o 50 euro. Se invece fai a fare in piazza liscrizione, anche nei gazebo a uno due tre euro, hai portato il numero degli iscritti a un numero simile a quello delle primarie ma salvando il principio che scelgono i dirigenti. Se invece si fanno le primarie per scegliere un candidato, è bene registrarsi ma non è necessaria liscrizione al partito».
Ignazio La Russa è interessato alla guida del partito in Lombardia?
«No, non è nelle mie ambizioni. Credo che abbiamo altri candidati».
A quale candidato pensa?
«Fare le elezioni non vuol dire che lattuale coordinatore non vada bene. In Lombardia non manca la classe dirigente ma Mantovani non sta certo demeritando. Così come ha colto molti successi, non bisogna dimenticarlo, Podestà, quando ha avito lincarico».
Ma sulle nomine degli enti chi ha ragione? Decidono le amministrazioni o i partiti?
«Come principio politico è chiaro che le decisioni spettano alle istituzioni. Ma guai a far venir meno il valore della condivisione e del confronto con i partiti come con le altre realtà sociali. Limportante è che poi la decisione sia lasciata a chi ne ha il compito a norma di legge».