Coppa Italia: Milan perso nel deserto di San Siro

Disastro rossonero contro l'Udinese che va avanti. Leonardo si affida alle seconde linee ed esce dalla Coppa davanti a cinquemila spettatori. Huntelaar vuole andarsene 

Coppa Italia: Milan perso nel deserto di San Siro

Milano - Piccola premessa: nonostante l'ingresso gratuito per gli abbonati e i biglietti venduti a prezzi super-popolari, la coppa Italia continua a non piacere al pubblico di San Siro. 5.513 paganti, per vedere il Milan salutare il primo obiettivo stagionale, restano comunque veramente pochi per una competizione che in altri stati (vedi Inghilterra) fa segnare sempre il tutto esaurito. L'Udinese sembra l'unica interessata al passaggio del turno: De Biasi lancia l'undici titolare, mentre Leonardo regala una sera di moderata gloria a chi il campo finora l'ha visto ben poco, come Inzaghi, Huntelaar, Flamini e Kaladze.

Una differenza che si fa subito sentire. Per Abbiati, al rientro dopo 10 mesi dall'infortunio è un battesimo di fuoco. Il primo tempo è un tiro al bersaglio verso la sua porta. Ci provano, nell'ordine, Di Natale, Pasquale, ancora Di Natale e Floro Flores. Il numero 12 rossonero non sbaglia un intervento, Sanchez lo grazia colpendo il palo al 25' e regala un nuovo grattacapo a Leonardo: ora che il suo recupero è cosa fatta, il tecnico dovrà presto scegliere chi, tra Abbiati e Dida, merita la maglia da titolare. Se l'Udinese gioca a memoria, sfruttando la corsa di Isla e Sanchez e il fisico di Floro Flores, i problemi del Milan nascono soprattutto in un centrocampo di faticatori, molti, e rifinitori, ben pochi: serve sempre un passaggio di troppo per far arrivare la palla al giocatore smarcato. Di Gennaro poi, sembra già con la testa a Livorno (lunedì dovrebbe perfezionarsi il passaggio, ormai è soltanto una questione di soldi) e non la becca mai.
Huntelaar e Inzaghi sono uno la copia dell'altro: uomini d'aria, vivono di cross e di certo non di fraseggi nello stretto. Così gli unici pericoli per Handanovic arrivano coi tiri da distanza siderale di Jankulovski e Flamini, gli unici due timidi squilli del Milan del primo tempo.

Capitolo Huntelaar. Anche ieri il procuratore dell'olandese è tornato all'attacco, reclamando più spazio per il suo assistito: sui di lui ci sarebbe l'interesse di Arsenal, Everton e Tottenham. In via Turati sembrano però orientati a trattenere l'attaccante a Milanello, visto il tour de force che attende il Diavolo a febbraio. Arrivato la scorsa estate dal Real Madrid per andare a rinforzare un attacco orfano della partenza di Kakà, Huntelaar è finora sceso in campo 15 volte (12 presenze in campionato, una in Champions e due in coppa Italia), mettendo insieme tre reti, tra cui la doppietta in extremis a Catania, una piccola gioia nel cammino rossonero in campionato. Visto però anche il rendimento di ieri, Huntelaar ha ben poco di cui lamentarsi.
Nella ripresa, entra Pirlo ma è l'Udinese a passare: Antonini si addormenta col pallone tra i piedi, Sanchez quasi non ci crede e serve a Inler la palla dell'1-0. Chiedere ad Abbiati di prendere pure questa, sarebbe stato veramente troppo. Così come troppo sarebbe chiedere al giovane Verdi, classe 1992, di indossare per una sera i panni di salvatore della patria milanista: lui ci prova dopo una bella discesa, ma la mira è da rivedere.

Nota a margine: oggi rientrerà dal Brasile Pato, volato oltreoceano sette giorni fa per sottoporsi a un

ciclo di fisioterapia per recuperare dall'infortunio muscolare. Negli ultimi giorni il Papero ha iniziato anche a correre. Il suo recupero per la sfida col Manchester di metà febbraio non è più una missione impossibile.

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