Milano - L'intervista del leader Massimo aveva già messo in allerta tutta la corrente vicina alle esigenze degli omosessuali del Partito Democratico. Dalle dichiarazioni di Massimo D'Alema erano state tratte due considerazioni: per l'ex ministro degli Esteri -specialmente in un momento di crisi economica -, i Pacs non sono una priorità e poi, questo gli era stato attribuito, sarebbero anche non previsti dalla Costituzione. Apriti cielo. Una valanga di critiche. Primo fra tutti il vicepresidente dei Democratici Ivan Scalfarotto da sempre alfiere dei diritti omosex: "uno che ha fatto il Ministro degli Esteri e che sembra ignorare che appena passata la frontiera a Ponte Chiasso o a Ventimiglia (e non ti chiedono nemmeno più i documenti), le cose che dice lo proiettano dritto dritto in un cartoon degli Antenati". Oggi arriva la smentita di D'Alema: "Chiedo scusa se ci sono
stati riferimenti rozzi al dettato costituzionale, forse non mi sono espresso con chiarezza e chiedo scusa se ho creato un
equivoco: non ho mai inteso dire che la Costituzione proibisce il matrimonio tra omosessuali, cosa che per altro non urta in
nulla la mia sensibilità". Così Massimo D’Alema si è rivolto al presidente dell'Arcigay Paolo Patanè e alla presidente di
Arcilesbica Bologna Elisa Manci durante un incontroalla festa dell'Unità di Bologna.
Poi l'ex ministro degli Esteri è andato oltre: "il Pd ha costituito una commissione che si occupa dei
diritti e che sta lavorando ad una proposta unitaria e impegnativa per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali".
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