Angelo Allegri
da Milano
Il più famoso, Stefano Ricucci, è in prigione; i suoi consulenti lottano per evitare il fallimento del gruppo che a lui fa capo. Il più riservato, Giuseppe Statuto, dopo le scorrerie finanziarie, è tornato a occuparsi solo di mattoni ed evita ogni contatto con la stampa. Dei tre «uomini nuovi», gli immobiliaristi protagonisti delle scalate bancarie nellestate scorsa il solo Danilo Coppola è ancora alla guida del suo gruppo e al centro delle cronache. Ieri, giornata in cui la sua Ipi (società quotata e controllata al 74,4%) presentava i risultati trimestrali, Coppola ha convocato i giornalisti e sventolando la copia del Mondo in edicola ha contestato i contenuti di un articolo pubblicato dal settimanale economico. Secondo il giornale i buoni rapporti di un tempo tra il costruttore romano e gli istituti di credito si sono ormai guastati. Ad obiettare su alcune operazioni messe in cantiere da Coppola (il trasferimento di alcune immobiliari da una società allaltra del suo gruppo) sarebbero stati due tra gli istituti più generosi nei finanziamenti: Banca Popolare italiana e Bnl, desiderose di ridurre i rischi legati al business dellimmobiliarista e attente a non pregiudicare le garanzie sui crediti concessi. Non è vero niente, ha detto Coppola. «Sia Bpi sia Bnl ci hanno rinnovato la fiducia e continuano ad appoggiarci».
Ma che i rapporti con le due banche siano peraltro in movimento è dichiarato dalla società stessa. I dati trimestrali presentati ieri, quelli relativi ai primi tre mesi del 2006, indicano un indebitamento di Ipi pari a 375 milioni (erano 379 a fine dicembre) che si confronta con un patrimonio netto di 211. Ai primi di aprile, fuori dunque dal periodo preso in esame dalla trimestrale, Ipi ha dichiarato di aver rimborsato 77,5 milioni alla Popolare italiana (ora lesposizione dellistituto guidato da Divo Gronchi con la società è di circa 80 milioni). Quanto ai debiti con Bnl, circa 95 milioni, la società dice che è in corso un processo di rinegoziazione e conta di condurre in porto loperazione a cavallo dellestate.
Sempre a proposito di debiti Coppola non ha commentato pubblicamente un altro articolo, apparso una paio di settimane fa su LEspresso (titolo: «Coppola il prestigiatore») in cui si faceva riferimento a un paio di operazioni attraverso cui alla fine del 2005 Ipi è riuscita a ridurre i debiti di 120 milioni inscrivendo nuovi crediti per circa 50. Si tratta di cessioni attraverso cui Ipi ha trasferito una serie di immobili a una società lussemburghese (i cui soci si perdono in una ragnatela di holding tra Panama, Bahamas e Svizzera) e ad alcune società controllate personalmente. Questo ha consentito a Ipi di portare lutile 2005 a 41,8 milioni contro gli 11 del 2004. Nella trimestrale di ieri lutile netto è sceso a 992mila euro di fronte ai circa 13 milioni del 2005. A determinare il crollo, dice la società erano (anche in questo caso) alcune cessioni portate a termine nei primi mesi dellanno scorso che avevano dato un contributo di 14,5 milioni. Il risultato operativo della gestione caratteristica è invece di gran lunga superiore a quello dellanno scorso.
Gli articoli pubblicati contro di lui, ha detto ieri Coppola, «sono una forma di aggiotaggio alla rovescia: notizie false e tendenziose che in maniera superficiale vengono date al mercato». Il gruppo, ha detto limmobiliarista, ha una liquidità di 500 milioni, sta studiando nuove acquisizioni e vanta asset patrimoniali per 2,5/3 miliardi di euro. «Guardiamo alle opportunità di diversificazione».
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