Il coraggio di 400 firme contro la violenza rossa

Il coraggio di 400 firme contro la violenza rossa

(...) Risultato: lancio dei pomodori e tiro di palloncini riempiti di urina; serrande abbassate; turisti bloccati; forze dell'ordine in tenuta antisommossa a controllare ogni angolo del quadrilatero di piazza Banchi; tamburi, fracasso, urla e insulti di ogni genere. E' questa la risposta di una ventina di manifestanti dei centri sociali e di alcuni reduci dell'Onda, che hanno bloccato, sporcato, confuso e umiliato ancora il centro storico, impedendo a quanti avrebbero voluto oltrepassare lo sbarramento della Polizia e dei Carabinieri di andare semplicemente a firmare. Quanto basta, insomma per bissare ancora una volta, e ricordare cosa accadde alla Lega Nord prima delle elezioni. Tanto per confermare che la libertà può essere sempre sporcata. Anche con l'urina. Eppure, nonostante questi «ostacoli», oltre 400 persone (tra cui il senatore Enrico Musso arrivato in bicicletta) hanno coraggiosamente depositato la firma, dimostrando in concreto di condannare la violenza dell’ultrasinistra.
«Con questa iniziativa avevamo intenzione di rispondere alle sollecitazioni di tantissimi cittadini genovesi che chiedono più sicurezza in città - hanno cercato di spiegare tra urla roboanti i promotori dell’iniziativa Gianni Plinio e Matteo Rosso, consiglieri regionali, insieme al senatore Giorgio Bornacin e all'onorevole Michele Scandroglio -. Abbiamo voluto far partire la petizione al sindaco proprio da piazza Banchi e cioè da un punto significativo di quel centro storico che continua a restare un’area a particolare rischio». «L’idea era, e resta - ha aggiunto Plinio - quella di potenziare il controllo della sorveglianza del territorio. Soprattutto nelle zone più a rischio. Con una piazza chiusa al transito, è dura raccogliere firme. Una vergogna!». La denuncia diventa così sconcerto. In piazza ci sono sempre, oltre ai consiglieri Plinio e Rosso, anche il coordinatore regionale del Pdl Scandroglio, il senatore Bornacin, il presidente del Municipio Centro Est Aldo Siri, il consigliere comunale Giuseppe Cecconi e Pietro Falanga, capogruppo del Pdl nel Municipio della Valpolcevera. Insieme faticano a credere che una manifestazione di puro e semplice esercizio di democrazia, come quella di raccoglie firme, abbia potuto costringere la Questura - a seguito di minacce e possibili aggressioni che potevano sfociare in guerriglia urbana - a blindare via Banchi, via Sestrieri del Molo, vico San Luca e via al ponte Reale, impedendo il libero passaggio di residenti, turisti e commercianti. «Questa è la dimostrazione di cos'è la Genova della sindaca Marta Vincenti e del presidente Burlando - ha incalzato ancora Plinio -. Una città in cui la gente non può muoversi liberamente, e neanche venire a firmare una petizione, nata all'interno di un'iniziativa legittimamente e regolarmente autorizzata. E questo perché c'è il rischio che i soliti ultracomunisti e i nostalgici del G8 vengano a ingaggiare battaglia e dare violenza».
La condanna arriva forte anche da Scandroglio che ribadisce il concetto: «Il Pdl non intende mollare. Per la sicurezza dei genovesi. E su richiesta dei genovesi stessi». Mentre per Rosso i fatti diventano incresciosi «per me che ho una formazione culturale contraria alla violenza. Eppure questa mattina sono arrivate le prime segnalazioni di una possibile aggressione nei nostri confronti.

Chiaramente se le forze dell'ordine sono dispiegate così massicciamente, i segnali sono ben più forti di quelli che noi abbiamo avuto. Ma non ci fermiamo, continueremo in altre piazze, perché lo riteniamo un dovere». La piazza si calma, l'amarezza resta, la democrazia accusa il colpo, ma non molla. Anche grazie a quelle 400 firme.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica